A Corno di Rosazzo, si rinnova anche per questo 2025, che si avvia alla sua conclusione con le feste di fine anno, la cerimonia per il conferimento dei riconoscimenti ai vincitori del Premio Noax dedicato, come è noto, in questa edizione alle fiabe per bambini. Il Premio indetto ogni anno dal Comune di Corno di Rosazzo e dal Circolo culturale Corno, con il sostegno di Civibank e di altre realtà locali, vivrà la sua cerimonia finale il 13 dicembre prossimo, ricorrenza di Santa Lucia, quando, alle ore 11, nella chiesetta medievale di San Giacomo, simbolo della frazione di Noax, avverrà la consegna dei riconoscimenti in denaro ai primi due classificati tra le decine di elaborati pervenuti a seguito del bando comunale del luglio scorso. Ricordiamo che il Premio Noax viene dedicato ad ogni edizione ad una particolare espressione artistica e/o artigianale in grado di coinvolgere di volta in volta varie categorie di appassionati, una formula che di anno in anno si fa sempre più appassionante e partecipata.

Con la festa per questi ambiti riconoscimenti di avvia dunque alle sue ultime battute l’intenso anno di attività del Circolo culturale guidato da Sergio Paroni. E tra le numerose iniziative proposte con successo merita d’essere ricordata quella che ha visto l’incontro con lo scrittore Angelo Floramo che ha registrato il “tutto esaurito”. Il professore sandanielese, “anima” della storica Biblioteca Guarneriana, aveva aperto la sua “lectio magistralis” con una lirica del poeta friulano Pierluigi Cappello e l’aveva conclusa con i versi di Cesare Pavese passando per citazioni autobiografiche e del saggista francese Roland Barthes. Lo storico ha incantato il numeroso pubblico intervenuto nella sala consiliare del Municipio con un elogio della tenerezza. Una conversazione che è apparsa stridere con il contesto di esasperata conflittualità attuale, sia a livello internazionale che di relazioni interpersonali sempre più improntate alla fanatica intransigenza. Il richiestissimo medievista friulano ha sfiorato il più puro idealismo appellandosi agli aspetti costitutivi della tenerezza, quali empatia, amore e perdono, considerati per lo più comportamenti femminei.
L’asperità della vita – ha sottolineato Floramo – richiede di essere altrettanto aspri. La diffusa esigenza di sicurezza porta alla costruzione di una serie di gabbie tali che l’individuo rischia di ritrovarsi chiuso in una fortezza, solo e vieppiù disperato. Cambiare il mondo con la tenerezza del cuore è considerato utopico. Occorre fare, costruire con risolutezza e ostinazione, dimostrando di possedere gli “attributi”. Questo ci è richiesto come modello pedagogico. Il “vir”, l’uomo latino, implica una dimostrazione di forza che può sfociare anche nella violenza. Questi i concetti esposti dal relatore sotto forma di dotta denuncia sociale, evocando la “debolezza femminile” quale grande forza capace di perdono e rinuncia eroica: «Dio stesso rinuncia alla sua infinitezza per abbracciare l’uomo, la sua finitudine». E poi il perdono, il “per donum” latino, quale elemento sostanziale della tenerezza: «Perdonare non è dimenticare, ma andare oltre, spiccare il volo verso nuovi orizzonti».
Un prolungato applauso è stato tributato alla brillante “lectio” del professore dall’attento e coinvolto pubblico accorso all’iniziativa culturaleo, realizzata nel contesto del festival “Dialoghi”. A introdurre il relatore erano intervenuti il presidente di “Cultura Globale” promotore del festival, Renzo Furlano, l’assessore comunale Aldo Butussi e il citato Sergio Paroni, presidente del Circolo culturale.

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In copertina, la chiesetta di San Giacomo a Noax; all’interno, tre immagini dell’incontro con il professor Angelo Floramo accolto dal presidente Sergio Paroni.

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