di Giuseppe Longo
Macché vacanze di Pasqua! Per la politica italiana questa sarà una settimana di intenso lavoro per cercare un’intesa in vista dell’avvio delle consultazioni che il capo dello Stato sembra intenzionato ad aprire il 3 aprile, appena passate le festività.
Concluse rapidamente – di certo prima di quanto ci si potesse aspettare – le operazioni per la elezione di vertici istituzionali di Camera e Senato, con l’assegnazione delle cariche, come da copione, rispettivamente a Cinque stelle e a Forza Italia, ma con nomi diversi da quelli inizialmente messi in campo, comincia ora la partita più difficile, quella per il governo sostenuto da una solida maggioranza parlamentare.
Vista l’intesa tra Salvini e Di Maio, con il primo che ha praticamente imposto a Berlusconi – con una spaccatura nel Centrodestra ricucitasi con i tempi di un temporale estivo – il ritiro di Romani sul quale pesava il veto dei grillini per la nota vicenda del telefonino di tanti anni fa, adesso il dialogo tra le due forze uscite vittoriose dalle consultazioni del 4 marzo, ma senza i numeri per governare, si farà più serrato al fine di poter proporre al presidente Mattarella una soluzione per dare vita al nuovo esecutivo. Le indicazioni finora emerse lasciano intravvedere la ricerca di un’intesa appunto fra Lega e M5S, anche se non sarà facile.
Matteo Salvini, nella sua veste di pigliatutto come stanno a dimostrare anche i blitz in Friuli Venezia Giulia con Massimiliano Fedriga candidato alla Regione e Pietro Fontanini al Comune di Udine (facendo fare un passo indietro a Renzo Tondo e a Enrico Bertossi), si è già prenotato per il posto di premier, al quale però è fortemente interessato anche Di Maio, visto che il suo è il primo partito. Tanto che quest’ultimo si è affrettato a dire che l’intesa raggiunta per le due Camere non è automaticamente trasferibile sul piano delle trattative per il governo. Poi c’è la questione dei programmi non sempre convergenti, tutt’altro, sebbene i due partiti fossero entrambi all’opposizione dei governi espressi dal Centrosinistra.
Una partita quindi a due, considerato che il Pd pesantemente sconfitto ha deciso di stare fuori dai giochi rimanendo alla finestra e mettendo alla prova delle responsabilità governative le forze premiate dagli elettori.
Ed è probabilmente quello che a Maurizio Martina in questa fase conviene di più.
Questo è dunque lo scenario che si apre in questa settimana cruciale, di passione non solo per i credenti.
Cosa troveremo domenica nell’uovo di Pasqua? Chissà, è presto per dirlo. Probabilmente una situazione più chiara tra le forze e i soggetti in campo, che eviterà di presentarsi da Mattarella a mani vuote.
Ma spetterà soltanto all’uomo del Colle valutare le proposte e designare il premier incaricato: Salvini o Di Maio? Vedremo, forse anche nessuno dei due.
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