Anche in Friuli Venezia Giulia la Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale, maggiore sindacato del settore, presieduto in regione da Fernando Agrusti) plaude al via libera all’Accordo collettivo nazionale giunto da Roma in Conferenza Stato-Regioni. Come dichiarato dal segretario generale Fimmg, Silvestro Scotti, si tratta di «un’intesa unanime da parte delle Regioni che mette fine ai dubbi sul convenzionamento per una medicina di famiglia sempre più efficace ed efficiente». «Una decisione unanime – ha aggiunto – che sposa la ferma convinzione espressa da sempre di avere una medicina generale di prossimità al cittadino, efficace ed efficiente grazie al suo rapporto di convenzione, che valorizza l’autonomia e la massima duttilità dell’assistenza erogata ai pazienti».

Fernando Agrusti, Fimmg Fvg

Le Regioni confermano con questa Intesa il punto contrattuale di riferimento per l’area della medicina generale. «Serviranno ora le risorse economiche e umane – ha sottolineato Scotti – anche per sostenere un contenuto di professionalità in area medica, ma soprattutto per sburocratizzare il sistema e realizzare una giusta suddivisione dei carichi dei lavori con personale amministrativo e sanitario che sia di supporto ai medici di famiglia attraverso un finanziamento specifico». In questo senso Fimmg si affianca alle Regioni rispetto alla richiesta di maggiori risorse, specificamente destinate, così da consentire all’Acn di avere un compimento pieno a latere di progetti legati al Pnrr; con il preciso intento di preservare domiciliarità, prossimità e fiduciarietà come valori assoluti di un Servizio sanitario nazionale che descriva offerte di uguaglianza dalla grande metropoli al piccolo comune. «Tutto questo – ha detto ancora il segretario generale Fimmg – grazie alla professionalità dei medici di famiglia che proseguono a svolgere, e la firma di ieri lo sancisce in modo inequivocabile, un lavoro determinante nel quadro del loro rapporto di convenzione».
Su questa strada, che all’unanimità tra le Regioni ha visto superare l’incostante dibattito sulla dipendenza, è forte la determinazione di Fimmg ad affiancare le Regioni stesse al fine di ottenere i necessari finanziamenti per le risorse umane, in relazione ad esempio alle premialità per gli obiettivi variabili destinati alla medicina generale o anche a potenziare la funzione spoke degli studi sul territorio.
«Il ruolo unico che viene proposto – conclude Scotti – può dare soluzione anche alla carenza dei medici con la possibilità di un’evoluzione diretta del medico di continuità assistenziale in funzioni fiduciarie non più a ore, bensì a quota capitaria con percorsi che permettano di sburocratizzare anche l’accesso alla funzione di medico di famiglia sempre più carente sui territori per la mancata programmazione e la sempre più diffusa demotivazione; riteniamo che quindi questa Intesa debba essere il volano fiduciario per chi sceglie questa funzione del Ssn e speriamo che le progettualità e gli investimenti in tal senso di Governo e Regioni lo dimostrino dando contenuto ai contenitori del Pnrr».

Agrusti: i giovani medici
hanno voglia di lavorare

«I giovani medici di medicina generale dimostrano grande passione e voglia di lavorare: semmai la vera sfida è fornire loro gli strumenti per farlo a fronte di carichi di lavoro che con la pandemia sono letteralmente esplosi», ha detto il dottor Fernando Agrusti, segretario regionale della Fimmg (sindacato che in Friuli Venezia Giulia conta più di 300 iscritti), commentando la recente indagine su campione nazionale della Fnomceo (Federazione nazionale dell’Ordine dei medici) per la quale un terzo dei dottori lavora senza entusiasmo sognando la pensione. Un dato che ha scatenato molte discussioni coinvolgendo i medici under 40. «Ma io alla presentazione della ricerca la scorsa settimana a Roma c’ero – prosegue Agrusti – e assicuro che tra noi addetti ai lavori i dati emersi dalla rilevazioni sono stati subito inquadrati nella giusta prospettiva, ovvero un richiamo a un maggior sostegno alla categoria che dopo due anni di gestione della situazione sanitaria sta soffrendo di burn out da carico di incombenze dettate dal Covid-19. Sostegno che proprio qui in Friuli Venezia Giulia, grazie allo sblocco delle indennità per i collaboratori di studio che a marzo abbiamo firmato insieme alla Regione, abbiamo iniziato a fare. Ma occorre proseguire ulteriormente su questa strada: è necessaria una rivoluzione riorganizzativa che auspichiamo si realizzi con i fondi del Pnrr e che si possa dare ai medici di medicina generale la serenità per operare con la dovuta professionalità».
Con i medici under 40 Agrusti lavora ogni giorno e può garantire che nelle nuove leve la passione per la professione è sempre viva. «Faccio loro da tutor durante i tirocini nel mio studio – continua – e vedo tanta voglia di imparare e mettersi al servizio del paziente. Siamo fortunati ad avere giovani così attenti e pronti anche a utilizzare le nuove attrezzature diagnostiche basate molto sull’innovazione digitale. Ecco, fornire loro questi strumenti in maniera strutturale senza aspettare che sia il singolo medico a doverseli procurare è una delle sfide per supportare la loro passione per la professione, visto che la medicina territoriale non è solo il futuro ma il presente della nostra realtà».
La situazione non è facile e i numeri lo raccontano chiaramente. «Vista la carenza di medici – conclude Agrusti – data dalla pandemia e dai pensionamenti, qui in Friuli Venezia Giulia un medico di medicina generale può trovarsi a seguire fin dal principio da 1500 fino a 1800 pazienti. Per questo la Fimmg sottolinea che non è un problema generazionale ma di carichi di lavoro aumentati fino a 15 ore di fila a giornata, senza che da parte dei nostri medici non sia venuto mai meno il rispondere al proprio compito in supporto ai dipartimenti di prevenzione. Siamo quindi vicini ai nostri giovani, che vantano formazione e passione per seguire i pazienti del Friuli Venezia Giulia».

 

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