di Giuseppe Longo

Durissima prova anche per l’Isola di Grado a causa della rovinosa ondata di maltempo che in questi giorni si è abbattuta a Nordest, da Venezia a Trieste, devastando soprattutto la Perla dell’Adriatico, dove è tornato alla memoria quell’ormai lontano 1966 che si pensava fosse rimasto scritto soltanto nelle cronache del tempo. Invece, l’acqua alta è ritornata, rabbiosa e implacabile, e non ha colpito soltanto la “capitale” del turismo mondiale, ma anche le realtà rivierasche e lagunari minori, come appunto Grado, che è risultata per larga parte sommersa, riportando danni ovunque (si parla di milioni, ma al momento una stima è ancora impossibile), dalla diga Nazario Sauro – costruita proprio a protezione dalla furia del mare (bellissimo e affascinante quando è calmo, ma pauroso quando è in tempesta) – alle spiagge “divorate”dalle onde. Una tremenda sciroccata che ancora una volta, ma più di altre, ha messo in luce criticità e fragilità dell’Isola che si trova sempre più – come peraltro la dirimpettaia Lignano – a fare i conti con un clima ormai impazzito, effetto di una tropicalizzazione da effetti estremi come l’uragano Vaia che un anno fa distrusse i meravigliosi boschi della fascia dolomitica carnica e veneta.

Il sindaco Raugna col Capo della Protezione Civile Borrelli. 

E proprio Vaia è stato evocato ieri pomeriggio durante un sopralluogo che il Capo della Protezione Civile nazionale Angelo Borrelli, accompagnato dall’assessore regionale Riccardo Riccardi, ha compiuto a Grado per incontrare l’Amministrazione comunale in seguito agli eccezionali eventi atmosferici. “Per quanto riguarda i danni causati dal maltempo a Grado, il primo passo sarà capire quali azioni attuare per garantire la contrazione dei tempi d’intervento ed è proprio per questo che oggi ci siamo confrontati con il sindaco e il capo dipartimento della Protezione civile nazionale Borrelli. In merito ai fondi credo che, invece, potremo attingere agli importanti stanziamenti a disposizione della Regione per l’uragano Vaia“, ha dichiarato al termine dell’incontro di ieri il vicegovernatore Riccardi, dopo aver incontrato assieme a Borrelli, il sindaco Dario Raugna. Con il quale – come informa una nota Arc – si è, inoltre, discusso delle limitazioni alla movimentazione dei fanghi per la classificazione dei sedimenti al loro interno al fine di individuare quali interventi attuare per evitare che i danni subiti dall’arenile possano ripercuotersi negativamente sulla prossima stagione balneare. E difatti ora è proprio questo il grave rischio che corre Grado, Isola che potrebbe subire una pesantissima battuta d’arresto nel suo sviluppo turistico ed economico. Un problema che va quindi da subito scongiurato. 

La delicata questione dei fanghi e delle spiagge erose dalla violentissima mareggiata sono stati infatti sottolineati dal primo cittadino, il quale ha richiamato in particolare l’attenzione su tre elementi di difficile gestione.
Il primo riguarda la già citata diga che, da un sopralluogo con i tecnici della Protezione Civile, ha presentato degli elementi che impongono un approfondimento di carattere strutturale, considerato che quest’opera, come dicevamo, è la prima difesa a mare dell’isola.
In secondo luogo, il capo della Giunta gradese ha evidenziato come i recenti lavori di ripascimento che hanno interessato la spiaggia della Git – quella “nuova” o “imperiale” tanto per intendersi – siano stati vanificati dalla mareggiata dell’altra notte. “Poiché per utilizzare fondi regionali stanziati già nel 2016 sono occorsi due anni e mezzo di costosissime procedure burocratiche, va da sé – ha osservato – che occorrerà trovare un modo per snellire le procedure riportando la sabbia sul nostro litorale, magari andando a prenderla senza complicazioni di fronte al litorale laddove si è depositata”.
Un ulteriore argomento, simile al precedente, riguarda invece, come detto, “la movimentazione di fanghi in laguna che – ha sottolineato il primo cittadino – non può seguire tempi biblici per la sua approvazione”. La mareggiata ha danneggiato infatti diverse mote e casoni e demolito alcuni argini delle valli da pesca causando ingenti danni economici alla categoria dei vallicoltori. “Il pescato – ha spiegato il sindaco Raugna – è andato perduto inesorabilmente, ma ciò che è peggio sta nel fatto che per ripristinare gli argini, recuperando il fango dove si è depositato, ancora una volta ci dobbiamo imbattere in farraginose lungaggini burocratiche che stridono con lo stato di emergenza che stiamo vivendo”.

Il capo della civica amministrazione ha inoltre segnalato i danni rilevati alle attività commerciali e alle strutture pubbliche come la biblioteca Falco Marin e la palestra Buda Dancevich, la cui pavimentazione è stata irreversibilmente compromessa. Da ricordare che il Comune di Grado ha attivato una preliminare raccolta dei dati relativi ai danni provocati sul territorio dagli eccezionali fenomeni di acqua alta di questi giorni, finalizzata esclusivamente a consentire una valutazione indicativa e preliminare dei fabbisogni da rappresentare alle autorità competenti per l’eventuale dichiarazione dello stato di emergenza e calamità naturale e per i conseguenti auspicati trasferimenti finanziari. Il Comune invita pertanto tutti gli interessati ad acquisire e conservare la documentazione fotografica e probatoria dei danni attraverso un apposito modulo da compilare e inviare alla casella di posta elettronica: danniacquaalta@comunegrado.it o consegnandolo a mano all’ufficio protocollo del Municipio. Anche con queste segnalazioni parte infatti la conta dei danni, sperando che il peggio sia passato.  

L’incontro con la Protezione Civile.

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INFO: https://www.comunegrado.it/119-news/1826-segnalazione-preliminare-dei-danni-arrecati-dai-fenomeni-eccezionali-di-acqua-alta-del-novembre-2019

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In copertina, il sindaco Raugna con Riccardi e Borrelli ieri a Grado.

 

 

 

 

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