Numero chiuso nei corsi universitari di medicina: occorre una seria programmazione. Appello alle forze politiche in tempo di campagna elettorale anche da parte del dottor Fernando Agrusti, segretario regionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) maggiore sindacato del settore che in Friuli Venezia Giulia conta più di 300 iscritti. Facendo eco alla posizione del Settore formazione del sindacato nazionale, si sottolinea come soprattutto nella Medicina generale si assiste ad una carenza di medici senza precedenti, mentre pochi anni fa la situazione era all’opposto con una crescita esponenziale di neolaureati che erano sospesi nel limbo del precariato. «Occorre quindi – si sottolinea dal sindacato – una politica responsabile che predisponga un numero di posti per l’accesso al corso di laurea in Medicina e Chirurgia adeguato a quelli che saranno i fabbisogni previsti nei successivi decenni».

Fernando Agrusti


«La questione dell’abolizione del numero chiuso a Medicina – si sottolinea in una nota dei giovani della Fimmg nazionale – è ricorrente, soprattutto in tempo di elezioni. Ma al dì là della mera propaganda elettorale, il focus su cui la classe politica dovrebbe concentrarsi è la corretta programmazione. Ad oggi, soprattutto nella Medicina Generale, assistiamo ad una carenza di medici senza precedenti, ma serve ricordare che solo fino a pochi anni fa abbiamo subìto una situazione di pletora ventennale disastrosa per l’intera professione, con una crescita esponenziale di medici neolaureati (i famosi camici grigi) che non avevano garanzie di un futuro certo, sospesi nel limbo del precariato in attesa di superare l’imbuto formativo post-laurea per accedere finalmente ad una carriera valorizzante. In un sistema nazionale che deve garantire a tutti i cittadini degli standard minimi di cura, e allo stesso tempo assicurare ai suoi giovani medici un futuro professionale qualificante, vogliamo: una politica responsabile che proponga soluzioni sulla base delle reali necessità, prevedibili e programmabili; una politica responsabile che predisponga un numero di posti per l’accesso al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia adeguato a quelli che saranno i fabbisogni previsti nei successivi decenni; una politica responsabile che finanzi un numero di borse di studio coerente con quello delle carenze di Medicina Generale previste e che rimetta a bando tutte quelle che sono rimaste non assegnate o precocemente abbandonate; una politica responsabile che renda obbligatoria in tutte le università la presenza di corsi curriculari di tutte le discipline previste, compresa la Medicina Generale, che molti futuri medici decideranno di esercitare. In tempo di elezioni, noi giovani chiediamo a tutti gli schieramenti politici di farci solo una promessa, quella di decidere con Responsabilità. Il numero di futuri medici e il futuro della sanità non possono essere decisi solo per una manciata di voti».

 

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