di Gi Elle

L’arredo? E’ una grande risorsa del Friuli Venezia Giulia dove vale il 18% del Prodotto interno lordo. E se c’è una manifestazione promozionale cui le nostre aziende tengono moltissimo questa è senza dubbio il Salone del mobile di Milano, saltato come tutte le più importanti rassegne a causa di Coronavirus. Ma dai nostri artigiani ecco una originale proposta: facciamolo in rete, regalando una vetrina sempre illuminata ai produttori.
Ma questa è soltanto una delle proposte formulata al governo nazionale. L’appello, infatti, è chiaro: in vista della ripresa, lo Stato sostenga le imprese del settore arredo, fiori all’occhiello delle esportazioni Made in Italy, e rifinanzi il fondo per l’export artigiano. Lo ha chiesto il friulano Mauro Damiani, presidente nazionale di Confartigianato Arredo, al sottosegretario degli Affari esteri, Manlio Di Stefano, al recente tavolo cui hanno preso parte le principali associazioni di categoria, il presidente di Ice, Carlo Maria Ferro, e l’ambasciatore Lorenzo Angeloni, dg per la promozione del sistema paese.

«Abbiamo discusso degli investimenti che il governo intende mettere sul piatto per sostenere l’export e i processi di internazionalizzazione delle imprese – fa sapere Damiani -. Tra le diverse richieste che abbiamo fatto a Di Stefano c’è quella di rifinanziare il fondo per l’export artigiano, che già esiste, ma al momento è privo di risorse: prevede la concessione di contributi a fondo perso fino al 70% degli investimenti realizzati dalle imprese artigiane per andare all’estero. Con il mercato interno in forte difficoltà e i consumi in contrazione a causa del ridotto potere d’acquisto degli italiani, l’export rappresenta un’occasione irrinunciabile per le imprese del settore, comprese quelle artigiane».
In Fvg sono 1.579 in tutto, di cui circa la metà – il 49% – sospese con Dpcm a causa dell’epidemia di Coronavirus. Terminato il lockdown la parola d’ordine sarà rimettersi in cammino, pena la perdita di ulteriori attività dopo la selezione, pesante, già operata dalla crisi economico-finanziaria nell’ultimo decennio: da 1.983 del 2009 lo stock di imprese in Fvg è sceso infatti a 1.570 (-20,8%) nel 2019, con importanti ripercussioni anche sulla forza lavoro che oggi è pari a 5.648 unità di cui 3.630 dipendenti. «In Friuli Venezia Giulia l’arredo vale il 18% del Pil regionale, in proporzione più del Veneto e della Lombardia. Dobbiamo mettere a frutto questa vocazione – afferma ancora Damiani, appoggiato dal presidente di Confartigianato Imprese Fvg, Graziano Tilatti – con gli artigiani protagonisti della rinascita».

Digitalizzazione, reti d’impresa, e-commerce sono alcune delle parole d’ordine per cavalcare e non subire la Fase 2 ormai alle porte. «Tra le altre proposte che abbiamo fatto al governo c’è il Salone del mobile online: non si può fare a Milano? Facciamolo in rete, regalando una vetrina sempre illuminata alle aziende del settore». Altro aspetto, la tassazione. «Abbiamo chiesto che ce ne sia una agevolata per le imprese che aumenteranno il fatturato realizzato all’estero rispetto a quello dell’anno precedente» fa sapere ancora Damiani che spiega: «Se oltre confine facevo 100 e quest’anno riesco a fare 120, quel 20 in più lo Stato me lo deve tassare meno».
Messe le proprie richieste sul tavolo, la pattuglia delle imprese artigiane si rimbocca le maniche, sperando nell’assist del governo convinta che «per uscire da questo periodo di emergenza, costato caro al Paese in termini di immagine e credibilità, dovrà promuovere l’immagine dell’Italia all’estero, mettendo in risalto l’ottima reputazione delle piccole botteghe, una realtà tutta italiana che deve diventare una bandiera del Paese al pari del food e della moda. Raccontiamo al mondo – conclude il presidente di Confartigianato Arredo – la straordinaria capacità delle nostre botteghe di fare cose eccelse».

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In copertina, il friulano Mauro Damiani, presidente nazionale di Confartigianato Arredo.

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