di Giancarlo Martina

Ieri a Tarvisio è stato ricordato, alla Caserma Italia, il sacrificio dei militi della Guardia alla Frontiera caduti combattendo dopo avere rifiutato la resa alle truppe naziste il 9 settembre del 1943. La mattina di quella tragica giornata, il reparto era asseragliato in caserma, ma nulla potè contro le soverchianti forze tedesche che, dopo diverse ore di conflitto, a fuoco ebbero la meglio. Sul campo rimasero 29 militi italiani e tutti gli altri, diverse centinaia, fatti prigionieri furono internati nei campi di concentramento.
Alla Messa di suffragio, celebrata a causa del maltempo in un locale al coperto da don Stefano Lachin con l’accompagnamento della corale “Tantum Ergo”, hanno partecipato anche il vicepresidente del Consiglio regionale Stefano Mazzolini ed il vicesindaco Igino Cimenti, nonché le autorità militari e le rappresentanze delle associazioni d’arma.

Nel combattimento della Caserma Italia, morirono anche soldati tedeschi, probabilmente alcune decine, ma purtroppo il numero dei Caduti germanici non fu mai reso noto. Da parte italiana l’episodio, uno dei primissimi di resistenza armata ai nazisti in seguito all’armistizio con gli alleati dell’8 settembre 1943, venne sottolineato con decorazioni al valore militare attribuite a diversi protagonisti fra i quali sono da ricordare la medaglia d’argento con cui si evidenziò il comportamento della centralinista Luigia Picech, cui oggi è dedicata una via a Tarvisio Centrale, che dal centralino della posta allora al palazzo muncipale, continuò a mantenere i collegamenti con la caserma nonostante fosse stata sotto il fuoco nemico. La Medaglia d’argento fu assegnata anche al tenente Arnaldo Brasa, protagonista del combattimento, e in seguito sindaco di Gaggio Montano, promotore nei primi anni Settanta del secolo scorso, assieme a Federico Buliani e a Cesare Urbica, del Raduno delle Guardie alla Frontiera per commemorare ogni anno i Caduti. Come fu riconosciuto, sempre con medaglia d’argento, il ruolo avuto dal capitano Michelotto.

Quella di ieri è stata, dunque, una cerimonia per non dimenticare. Oramai le file dei reduci si sono assottigliate e la ceriminia curata fino ad alcuni anni orsono da uno di loro, Basilio De Damiani, ora è tenuta in vita da Giovanna Maggioni, la fioraia di Tarvisio Basso. Comunque, a perenne memoria vi sono anche la lapide posta sul muro di cinta della Chiesa parocchiale ed il monumento sul luogo del conflitto, dinanzi alla Caserma Italia. Nonché i libri documento curati da Antonio Russo.

Due momenti della cerimonia.

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In copertina, la Caserma Italia di Tarvisio al centro della commemorazione.

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