Recepite anche in Friuli Venezia Giulia le raccomandazioni operative relative alle mascherine (ma non solo) stilate dalla Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) e dalla Federazione italiana dei medici pediatri (Fimp) alla luce dell’ordinanza del ministro della salute Orazio Schillaci (che riconosce ai singoli medici un primario ruolo di prevenzione e tutela della salute della collettività) e all’evoluzione dell’emergenza Covid-19. Un vero e proprio manuale operativo, con solide basi scientifiche, che permetterà ai medici di decidere in autonomia e sulla base della situazione contingente se e come rendere obbligatorio l’uso delle mascherine nei loro studi e garantire il contenimento del rischio infettivo. In regione, la Fimmg è il maggiore sindacato del settore con più di 300 iscritti ai quali verrà inviato il documento.

Fernando Agrusti


“In questo manuale – spiega il dottor Fernando Agrusti, segretario regionale Fimmg Fvg – vengono valutati sia l’aspetto epidemiologico che di contesto organizzativo. Ciò consentirà di organizzare le attività negli studi alla luce dei dati di prevalenza e incidenza ed eventuali nuove indicazioni ministeriali. Il documento non riguarda solo il Covid-19, ma guarda con lungimiranza alla possibilità che nel futuro ci si trovi ad affrontare nuove epidemie o pandemie, consentendo ai singoli medici di mettere in campo una risposta rapida ed efficace, improntata alla migliore organizzazione possibile seguendo normativa nazionale e indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità”. Per esempio un sistema a colori (verde situazione a bassa trasmissione della malattia, gialla media e rosso fase ad alta trasmissione) permette di cogliere immediatamente a livello visivo quali disposizioni attuare negli ambulatori, dalla mascherina chirurgica alla ffp2, dai distanziamenti ai triage.
“Non un’elencazione rigida di linee guida – aggiunge Tommasa Maio (Fimmg) –, bensì uno strumento agile e flessibile che, guardando alle differenze che inevitabilmente contraddistinguono le varie realtà assistenziali di prossimità, riesca a favorire comportamenti omogenei. Il documento è un po’ come “una cassetta degli attrezzi” che vuole supportare le scelte dei singoli professionisti chiamati ad applicare questo strumento ai vari contesti ed offrire quella pronta risposta e resilienza alle emergenze infettive auspicate dall’Oms”.
A rendere impellente la realizzazione delle raccomandazioni operative è stato il cambiamento dello scenario epidemiologico legato al Covid, ma non per questo il documento guarda solo al Sars-Cov-2. “Sono misure rapide, modulabili, efficaci per tutte le forme respiratorie infettive che si trasmettono con le medesime modalità – aggiunge Maio – sia che si tratti di forme infettive stagionali (come l’influenza), sia che si tratti di virus come il Covid, privi di una loro stagionalità, e quindi utili a contenere il rischio di infezioni per gli assistiti che afferiscono ai nostri studi, ma anche a proteggere i medici ed i loro collaboratori”.
Una risposta, quella della Fimmg e della Fimp, che dimostra quanto i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta abbiano apprezzato la valorizzazione del ruolo e della professionalità riconosciuta dalla recente ordinanza del ministro Schillaci (Gazzetta ufficiale n.100 del 29.04.2023). Ordinanza che riconosce ai singoli medici un primario ruolo di prevenzione e tutela della salute della collettività e autonome capacità professionali, organizzative e gestionali. Altro aspetto fondamentale, dice Martino Barretta (Fimp) è che “la sinergia tra prevenzione vaccinale ed utilizzo appropriato delle mascherine FFP2 rappresenta una strategia di controllo delle principali infezioni respiratorie efficace ed economicamente sostenibile. Si determina, insomma, un approccio proattivo alle malattie infettive che il setting della pediatria di libera scelta e della medicina generale, se ben organizzato e dotato dei necessari strumenti, riesce a sviluppare in maniera diffusa”.
A partire da un approccio “One care”, tipico dell’azione fiduciaria e di rapporto individuale e personalizzato del medico di medicina generale e del pediatra di libera scelta, si mira quindi ad una risposta che possa considerare da subito aspetti emergenti sulla salute pubblica, con azioni che riducano – ove possibile – l’impatto ambientale legato all’utilizzo continuo e persistente dei dispositivi di protezione respiratoria, in equilibrio con le emergenze sanitarie derivanti dai cambiamenti climatici con conseguenze nuove e non ancora espresse in ambito sanitario. Medici di medicina generale e pediatri di libera scelta puntano ad essere resilienti al nuovo mondo che evolve con le migliori scelte organizzative e gestionali sul livello di prossimità di cura del territorio. Comportamenti che consentiranno di tenere il passo, in attesa di una vera politica di sviluppo “One Health”, che dovrà entrare nella cultura dei cittadini grazie ad un nuovo ruolo dei medici e pediatri di famiglia, che con questi atti raccolgono la sfida.
“Sfida – concludono Maio e Barretta – che attraverso strumenti come questo potrà anche rafforzare la rete di scambio informativo tra Territorio e Dipartimenti di Prevenzione, con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, primarie sentinelle territoriali della salute pubblica, rispondendo in pieno al concetto della “collaborative surveillance”, pilastro del piano strategico Oms appena emanato”.

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