Sempre più numerosi e, da qualche mese, sempre più autonomi. L’inverno a cavallo fra 2020 e 2021 ha fatto registrare importanti e inattesi dati scientifici agli esperti della Riserva naturale regionale del lago di Cornino, che monitorano l’ormai consistente popolazione di grifoni – 70 le coppie censite lo scorso anno e almeno 44 i giovani involati, esito di un autentico boom delle nidificazioni – presente nell’area prealpina e in parte di quella alpina, perché la “colonizzazione” dei rapaci si sta progressivamente espandendo.
La novità dell’ultima, lunga stagione fredda, molto probabilmente favorita dall’inusuale abbondanza di neve, è la sporadica fruizione, da parte degli avvoltoi, del punto di alimentazione attivo nella Riserva e costantemente rifornito dal competente personale della Coop Pavees, che gestisce il sito: al cosiddetto carnaio, da dicembre a un paio di settimane fa, di grifoni ne sono arrivati pochi, per un bilancio complessivo nettamente diverso da quello degli anni precedenti. «Sono stati assenti per periodi molto lunghi – conferma il direttore scientifico della Riserva, professor Fulvio Genero – e questo significa che si stanno appunto rendendo più autonomi nell’alimentazione. La copiosità delle nevicate, che ha provocato la morte di parecchi animali selvatici, è stata determinante: le carcasse di camosci, cervi, stambecchi hanno evidentemente rimpiazzato i rifornimenti sistemati nel carnaio, permettendo ai rapaci – per i quali il freddo non rappresenta un problema – di restare in montagna per tempi molto più lunghi di quanto avessero mai fatto finora. Grazie alla telemetria satellitare abbiamo potuto constatare che alcuni gruppi, per esempio, hanno continuato a gravitare sulla zona di Sauris, nel parco nazionale del Tricorno, in Slovenia, nel comprensorio del Montasio, nell’alta Carnia. Una simile tendenza aveva già iniziato a manifestarsi negli anni scorsi, ma mai in maniera così netta ed evidente: in passato nel periodo invernale i grifoni frequentavano quasi esclusivamente l’area prealpina». Tante le segnalazioni trasmesse da vari osservatori, fra cui cacciatori, che in alcuni casi hanno anche immortalato i grifoni mentre si cibavano dei resti di animali morti.
A fruire del carnaio, dalla primavera, sono invece gli “ospiti”, vale a dire i grifoni che cominciano ad arrivare dall’estero, Croazia in testa; recente anche il monitoraggio di esemplari giunti dalla Serbia e dalla Grecia. Complessivamente, l’attuale popolazione di avvoltoi in movimento fra il Friuli, la Slovenia e l’Austria si aggira su quota 200 esemplari nella stagione invernate e in circa 400 in quella estiva.
«Dati significativi – afferma il sindaco di Forgaria, Marco Chiapolino -, che attestano, una volta di più, la validità e l’importanza del Progetto Grifone, di quest’area e della sua valenza a livello internazionale».

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In copertina, alcuni grifoni sul Montasio in una foto di Marco Ursic.

 

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