(g.l.) A Trieste, nello slargo esistente tra Sala Tripcovich e Silos, nei pressi della stazione ferroviaria, sono in corso importanti interventi di riqualificazione. Ebbene questa nuova area, che continua piazza Libertà nota per il monumento dedicato alla imperatrice Elisabetta d’Austria (Sissi), sarà intitolata alle tre vittime di Mostar, i giornalisti Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo. Lo ha annunciato il sindaco Roberto Dipiazza nel corso della cerimonia commemorativa ospitata l’altra mattina nella solenne sala consiliare del municipio.

Sono trascorsi, infatti, venticinque anni dalla tragedia avvenuta nella città della Bosnia, famosa per il caratteristico ponte sul fiume che l’attraversa, nella quale persero la vita i tre operatori dell’informazione della Rai, tutti triestini, colpiti da una granata mentre stavano realizzando uno speciale per il Tg1 sui bambini vittime della guerra che allora stava insanguinando i Balcani.

I giornalisti Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo uccisi a Mostar.

Accanto ai familiari, alla commemorazione tenutasi nel palazzo di piazza Unità d’Italia erano presenti anche l’assessore regionale Pierpaolo Roberti, che ha portato il saluto del governatore Massimiliano Fedriga, il presidente della Fnsi, Beppe Giulietti, l’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, il direttore della Tgr Rai, Alessandro Casarin, il presidente regionale dell’Ordine dei giornalisti Cristiano Degano e il presidente dell’Assostampa Fvg Carlo Muscatello. Gli interventi sono stati presentati e coordinati da Giovanni Marzini che alla emittente di Stato lavorava fianco a fianco con i tre colleghi morti a Mostar. Il giornalista è anche segretario del Premio Luchetta, importante riconoscimento che fu promosso nel 2003 dalla Fondazione Luchetta, Ota, D’Angelo, Hrovatin per i bambini vittime della guerra, fondata nel 1994.

La lapide che li ricorda in corso Italia.


“Non ho conosciuto di persona Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo, se non attraverso le cronache, così come non ho conosciuto Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, ma so che sono tutte persone che ci hanno lasciato il bene della Rai, bene che dobbiamo custodire gelosamente”, ha detto Salini. “Dobbiamo avere rispetto per la Rai. Grazie a queste vittime che hanno sacrificato la loro vita, la Rai oggi può dirsi migliore – ha aggiunto l’ad – La Rai sta provando a cambiare, a migliorare, non sarà facile ma sono sicuro che ognuno si impegnerà al massimo”.

“E’ doveroso ricordare Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo attraverso cerimonie ufficiali, come quella di oggi. Ma l’omaggio migliore è offrire sostegno 365 giorni all’anno alla Fondazione benefica, che si occupa di bambini, nata nel nome e nella memoria dei tre giornalisti uccisi a Mostar”, ha detto l’assessore Roberti. Il quale ha osservato come fare il giornalista sia una responsabilità enorme, quella di raccontare i fatti. E quello che è accaduto 25 anni fa dimostra quanto si debba grande rispetto a chi ha scelto di fare questo mestiere, fino al punto di recarsi in zona di guerra e perdere la vita.  Riferendosi poi alla Fondazione che porta il nome dei tre giornalisti uccisi, Roberti ne ha lodato l’attività, parlando di una realtà che da amministratore pubblico ha avuto l’onore di conoscere. “E’ stato un vero piacere – ha evidenziato – vedere il sorriso sui volti dei tanti bambini aiutati ed accuditi dai volontari della Fondazione”.

Nel pomeriggio, nel Salone degli Incanti (ex Pescheria), sulle Rive, a margine della Mostra “Un secolo di storia di cento primavere”, è seguito l’incontro “Ricordando Marco, 25 anni dopo”. L’evento ha visto alternarsi sul palco amici e colleghi di Marco Luchetta, giornalisti e personaggi dello sport, rappresentanti delle istituzioni e quanti hanno lavorato e vissuto al suo fianco per ricordare i suoi mille volti: irrequieto studente, giocatore di volley, giornalista, conduttore televisivo, uomo di spettacolo, calciatore amatoriale e forse (prima di tutto) grande tifoso della Triestina.

Gremita la sala consiliare nel palazzo municipale di Trieste.

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In copertina, parla l’assessore Roberti durante la commemorazione.

 

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