di Silvio Bini

Poste Italiane annuncia chiusure di uffici a causa della quarta ondata Covid. «Ma è possibile che sia l’unico modello di risposta all’emergenza sanitaria?», si chiede Markus Maurmair, primo cittadino di Valvasone Arzene. È un botta e risposta fra il sindaco friulano e il condirettore generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco. «L’evoluzione della situazione epidemiologica nel Paese è nota, tanto che da quasi due anni siamo in piena emergenza sanitaria e tutte le strutture e aziende pubbliche e private si sono attrezzate per affrontare i problemi causati dagli effetti dei contagi da Coronavirus», è la premessa di Maurmair, che poi precisa: «Spiace ricordare che per noi sindaci è altrettanto ben chiara la situazione all’esterno degli uffici postali dove osserviamo costantemente lunghe code. Tale evidenza è stata segnalata ripetutamente e a tutte le latitudini d’Italia con lunghe file e in qualsiasi stagione. È oramai chiaro – è la tesi del sindaco del Comune in riva al Tagliamento – che al ripresentarsi delle ondate di contagio Poste Italiane ripropone il modello di “tutela della salute sia della clientela che di propri dipendenti”, predisponendo la riduzione degli orari e la chiusura degli sportelli meno strategici. Il problema è che tale politica di sicurezza e contenimento dei contagi crea un doppio grave disagio con un’implicita minaccia per la salute dei cittadini, soprattutto della fascia più debole della popolazione, gli anziani. Ecco perché, nel mese più freddo dell’anno, ritengo inopportuno rinnovare il modello di chiusura o riduzione degli orari degli uffici postali quando abbiamo un Governo che si sta impegnando per garantire l’apertura di servizi essenziali come le scuole dando così un reale segnale di fiducia nel futuro».
«In questo contesto, Poste Italiane sta monitorando l’andamento degli impatti della quarta ondata – è la risposta del dg di Poste Italiane – in termini di tutela della salute sia della clientela che dei propri dipendenti, al fine di approntare repentinamente ogni misura idonea ad arginarne gli effetti e garantire la continuità nell’erogazione del servizio alla cittadinanza. Alla luce di ciò, tale scenario potrebbe comportare nel Suo Comune una temporanea riduzione dell’orario di apertura degli uffici postali presenti. La informo, inoltre, che anche per il presente anno prosegue l’impegno dell’Azienda ad anticipare il pagamento dei ratei pensionistici mediante misure di programmazione per l’accesso agli sportelli mediante predisposizione di un apposito calendario alfabetico ed è a tutt’oggi in vigore la convenzione stipulata tra Poste Italiane e l’Arma dei Carabinieri per la delega al ritiro e la consegna della pensione a domicilio per alcune categorie di pensionati».
«È empiricamente dimostrato dalle code presenti all’esterno degli uffici postali – controbatte Maurmair – come le misure introdotte finora, quali l’anticipazione dei ratei pensionistici con la predisposizione di un apposito calendario alfabetico per programmare l’accesso agli sportelli, il ritiro da parte dei carabinieri della pensione per alcune categorie di soggetti fragili o la possibilità di prenotare online l’accesso agli uffici, non abbiano risolto il problema. Invece, in ragione della sensibilità dichiarata a prendersi cura della salute degli utenti si rinnova l’invito a installare sportelli automatici che mancano in un rilevante numero di uffici postali: oltre il 40 percento degli sportelli in Italia sono ancora sprovvisti del servizio. Questo investimento, permetterebbe di ridurre una parte delle code presenti all’esterno degli uffici postali garantendo una fruibilità a 24 ore su 24 anche nei Comuni dove non sono presenti altri operatori».

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In copertina, il sindaco di Valvasone Arzene Markus Maurmair.

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