di Giuseppe Longo

Nimis è in attesa della nomina, da parte della Regione Fvg, del commissario straordinario che dovrà guidare il Comune fino alle prossime elezioni amministrative, dopo la caduta del Consiglio, e quindi della Giunta, con le dimissioni in massa di nove esponenti (cinque della ex maggioranza del sindaco Giorgio Bertolla e quattro dell’opposizione). Ma oggi a calamitare l’interesse della popolazione – rimasta comprensibilmente scioccata dal dissolvimento della civica amministrazione dopo neanche due anni dal voto del 2022, con il conseguente ricorso a una nuova esperienza commissariale – è una lunga e circostanziata lettera diffusa alla cittadinanza da parte del gruppo “Nimis s’è Desta” che si era costituito ancora il 3 gennaio scorso con l’adesione di cinque consiglieri: Mariacristina Del Fabbro, Stefano Doraconti (ex assessori), Ivana Di Betta, Davide Michelizza e Raul Guillermo Migueletto.

Giorgio Bertolla


Con toni molto fermi e severi nel giudicare negativamente la loro esperienza politica-amministrativa nell’ambito della maggioranza in cui erano stati eletti, i cinque consiglieri – che in queste settimane abbiamo definito “dissidenti” rispetto alla linea della Giunta Bertolla e che hanno nominato quale loro capogruppo l’avvocato Stefano Doraconti – si sono rivolti ai concittadini assicurando loro che «certamente nessuno di noi avrebbe voluto giungere a questa conclusione ma, purtroppo, ci sono azioni che si compiono perché piacciono e altre perché si devono fare». Anche perché quando si erano candidati, appunto due anni fa, ognuno di loro «aveva un sogno in cui credeva: dare a Nimis una nuova stagione di innovazione, di ammodernamento e di centralità. Questo sogno, però, con il passare del tempo si è trasformato prima in disincanto e poi in delusione. E questo perché sin da subito abbiamo rilevato molte criticità e altrettante incapacità a programmare tutti insieme il futuro di Nimis con l’obiettivo di portare avanti congiuntamente progetti innovativi e di slancio del nostro paese». Una situazione, quindi, divenuta ben presto precaria e molto delicata, tanto che «le scelte prese sono state politicamente e umanamente difficili e sofferte, certamente non prese a cuor leggero, ma vista la situazione politico-amministrativa venutasi a creare sono risultate, purtroppo, inevitabili», come si legge nelle ultime righe del Gruppo consiliare “Nimis s’è Desta”.
Ma andiamo con ordine. Messo l’accento sulla crescente mancanza di dialogo e di collegialità, nonostante le reiterate richieste soprattutto da parte degli ex assessori Del Fabbro e Doraconti, si rileva che «tutto questo ha portato alla mancanza di un programma di interventi condiviso sia a breve che a lungo termine, facendo sì che gli assessori lavorassero senza coordinazione e che l’amministrazione si ritrovasse più a rincorrere i problemi da risolvere che a programmare le azioni per prevenirli. Circostanza che ha comportato purtroppo – e qui il tono si fa molto duro – la perdita di numerosi contributi e il mancato decollo delle opere già in programma: ponte della Motta rimasto fermo per un anno e mezzo nonostante tutti i solleciti ad agire, Parco delle Pianelle rimasto privo degli interventi alle cucine da inizio mandato, contributo Pnrr dell’asilo nido revocato, interventi di messa in sicurezza del ponte di Cergneu mai attivati, ecc.».
Ecco, allora, la decisione di differenziarsi, da parte dei cinque consiglieri, dalla maggioranza originaria dando origine a un gruppo nuovo, pur senza negare l’appoggio al sindaco Bertolla e alla sua Giunta. Infatti, «per cercare di dare uno stimolo costruttivo alla maggioranza, dopo quasi due anni di richieste e riunioni infruttuose», nel già ricordato 3 gennaio veniva costituito il nuovo gruppo consiliare «con lo scopo dichiarato di continuare a sostenere il sindaco e la maggioranza attivando una dialettica interna ed esterna più dinamica, propositiva e dialogante. L’idea alla base era quella di proporre una nuova progettualità alla maggioranza, dopo averla condivisa e discussa anche con l’intera popolazione. Questa semplice e banale azione democratica, attivata a fin di bene, ha scatenato una reazione incomprensibile e spropositata degli altri componenti della maggioranza». Per cui: «A risposta della creazione del gruppo, sono state messe in atto le peggiori azioni complottiste e denigratorie sui componenti dello stesso», tanto che fin da subito «il sindaco e i suoi fedelissimi hanno intavolato proposte e corteggiamenti alla minoranza offrendo ben due assessorati». E che in un secondo momento sono diventati addirittura tre.
Tuttavia, il nuovo gruppo si è impegnato a garantire «un comportamento dignitoso e riservato cercando sempre di dialogare e mantenere in vita la nostra maggioranza uscita dalle urne, credendo e sperando ancora di poter dare continuità all’azione amministrativa migliorando gli aspetti critici». La sollecitazione di giungere a una riunione chiarificatrice ha avuto, però, come risposta soltanto un allungamento dei tempi. «Durante l’incontro con gli assessori, avvenuto solamente il primo marzo – prosegue la nota dei “Destati” -, il sindaco chiedeva di ripartire alle medesime condizioni dell’inizio come se nulla fosse successo. Nonostante la campagna delegittimante posta in essere nei nostri confronti e gli ulteriori tentativi di sostituzione portati avanti anche dopo l’accordo di proseguire congiuntamente, comunicavamo nuovamente al sindaco la nostra disponibilità a continuare a patto che venissero apportate delle modifiche alla composizione della Giunta al fine di permettere, a coloro che ne avessero fatto parte, uno svolgimento sereno e profittevole dell’incarico. A tali richieste il sindaco non dava cenno di volerne sapere, anzi, chiedeva agli assessori se fossero interessati a valutare le dimissioni». «Preso atto di un tanto e non riuscendo più a comprendere la reale situazione politica interna all’amministrazione – proseguono i cinque ex consiglieri – è sorto spontaneo sentire direttamente la minoranza per capire cosa stesse effettivamente succedendo. Quanto è emerso è stato veramente deludente. Ci siamo sentiti traditi e accoltellati alle spalle dalle persone che avevamo e volevamo continuare a sostenere con le quali eravamo pronti a collaborare. Non solo continuavano i contatti con l’opposizione ma addirittura vi erano con gli stessi tentativi di richiesta di collaborazione per la stesura del bilancio di previsione, all’oscuro dei consiglieri di maggioranza. Visto il comportamento contrario a ogni etica politica e di collaborazione i due assessori del gruppo “Nimis s’è Desta”, per coerenza, presentavano le dimissioni da assessori».

Il Municipio


Uno stato di cose – si parla di «caos creato dal sindaco e dai suoi accoliti» – per cui «era diventato incomprensibile agli occhi esterni chi fosse maggioranza e chi opposizione», tanto che «constatata l’inadeguatezza del sindaco al ruolo istituzionale, tutti insieme abbiamo deciso di presentare la mozione di sfiducia». E a una ulteriore proposta di un incontro chiarificatore, «il residuo gruppo di maggioranza ha mostrato tutti i suoi limiti… invece di cogliere la mano tesa offertagli, ha posto le condizioni indicibili ed inaccettabili che inevitabilmente hanno posto fine alla trattativa». Per cui ecco l’affondo finale: «La stessa organizzazione del Consiglio con un ordine del giorno predisposto ad arte per sminuire e rendere superflua la discussione della mozione di sfiducia, relegata all’ultimo punto dopo le comunicazioni del sindaco e la presentazione delle dimissioni dello stesso, ha evidenziato l’intenzione di svilire il dibattito e ingenerare attorno al sindaco un’aureola da martire, considerato anche il fatto che avrebbe avuto in precedenza tutto il tempo per formalizzare la propria decisione. Queste le circostanze che hanno indotto tutti i consiglieri firmatari della mozione a decidere di presentare le proprie dimissioni congiunte al fine di interrompere quello che ormai sembrava essere divenuto quasi un inutile teatrino». Per cui ora non resta che attendere la nomina del commissario e andare alle prossime elezioni amministrative che è molto verosimile prevedere nella tarda primavera 2025, quindi fra oltre un anno. Nel frattempo, particolare positivo, ci saranno tutte le condizioni temporali per confezionare liste adeguate in grado di garantire, se sostenute dal voto popolare, un governo stabile al Comune di Nimis.

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In copertina, il capogruppo di “Nimis s’è Desta” avvocato Stefano Doraconti.

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