Mentre sulle strade del Friuli si corre la prima tappa del Giro d’Italia nella nostra regione, ricordiamo un simpatico ma significativo avvenimento che nelle scorse settimane ha riproposto, dopo 100 anni, la storica corsa dal Ticino all’Isonzo.
Nel 1919 la Gazzetta dello Sport organizzò, infatti, una manifestazione ciclistica da Pavia a Gorizia per rendere omaggio alla brigata Pavia impegnata, nel 1916, nella conquista della città che da secoli faceva parte dell’Impero Austroungarico. Finita la guerra, nel 1919, quella corsa unì le sponde del Ticino proprio a quelle dell’Isonzo e i partecipanti portarono simbolicamente il Tricolore Italiano nella città attraversata dal fiume sacro alla Patria. Ora la manifestazione dal Ticino all’Isonzo ha voluto ricordare quello storico evento e onorare la memoria di tutti i combattenti della prima guerra mondiale. A parteciparvi sono stati i soci del Velo Club Pavia accompagnati da tre militari dell’Esercito, tra i quali una rappresentante femminile, a ricordo del ruolo svolto dalla donna proprio nella brigata Pavia.
La corsa ha visto i ciclisti effettuare alcune tappe in Friuli, quali Sacile, Spilimbergo, Cividale e appunto Gorizia. Partita dalla città lombarda in riva al Po, la prima tappa si è conclusa a Mantova. La seconda ha raggiunto Castelfranco Veneto e la terza ha toccato Cividale che, oltre ad essere stata città protagonista della prima guerra mondiale, è legata a Pavia dalla storia longobarda: la cittadina friulana primo ducato longobardo e Pavia capitale del regno. I ciclisti partecipanti alla corsa rievocativa sono stati accolti e festeggiati in municipio con saluti e scambi di gagliardetti-ricordo. Non poteva mancare una pedalata sul ponte del Diavolo per poi raggiungere Gorizia. Durante il percorso è stata effettuata una sosta sul ponte del fiume Judrio, che prima della Grande guerra segnava il confine fra Italia e Austria. I ciclisti sono stati accolti da esponenti della giunta municipale, dagli alpini e dall’associazione ciclistica di Corno di Rosazzo presso la stele che ricorda come in quel luogo si fosse sparato il primo colpo di fucile di quel conflitto che cambiò la geografia politica dell’Europa. Le penne nere hanno suonato il silenzio e condotto gli ospiti alla vecchia dogana e ai resti del ponte di legno dal quale i finanzieri spararono agli austriaci che tentavano di attraversarlo.
Dopo un momento conviviale la partenza per Gorizia. In vista del capoluogo isontino, sul ponte dell’Isonzo, il sindaco, Rodolfo Ziberna, si è aggregato al gruppo in sella alla sua bicicletta e ha percorso i chilometri finali per raggiungere il municipio, dove, presente la giunta comunale, dopo i saluti è stato suonato l’Inno nazionale.

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In copertina e all’interno i ciclisti lombardi su ponte del Diavolo e in municipio a Cividale.

 

 

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