Il più grande museo diffuso d’Italia riapre le porte anche in Friuli Venezia Giulia: domenica 21 maggio torna la Giornata Nazionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, giunta quest’anno alla XIII edizione. In regione saranno 16 le dimore ad aprire le porte: 12 in provincia di Udine, 2 nel Pordenonese, una nel Goriziano e una a Trieste per un totale di oltre 500 i monumenti in Italia: castelli, rocche, ville, parchi e giardini visitabili gratuitamente, in un’immersione nella storia che rende il nostro Paese unico al mondo.

In provincia di Udine: Casa Micossi ad Artegna, Casa Foffani a Clauiano, Villa de Claricini Dornpacher a Moimacco, Palazzo de Gleria a Comeglians, Casa Asquini a Fagagna, La Brunelde – Casaforte d’Arcano a Fagagna, Villa Iachia a Ruda, Villa Perabò Della Savia a Moruzzo, Villa Pace a Campolongo Tapogliano, Palazzo Orgnani, Palazzo Pavona Asquini e la Cjanive di Palazzo Mantica a Udine. In provincia di Gorizia: Villa Marchese de Fabris e Begliano e Villa del Torre a Romans d’Isonzo. In provincia di Pordenone, la chiesa di San Girolamo a Marzinis di Fiume Veneto. A Trieste il Museo della Fondazione Scaramangà.

La Giornata Nazionale Adsi è l’occasione per riscoprire le bellezze nascoste del nostro Paese. Facendo visita a quei complessi monumentali che insieme costituiscono il più grande museo diffuso d’Italia, non solo sarà possibile godere di un patrimonio artistico e culturale troppo spesso ignorato, ma anche cogliere l’immenso valore sociale ed economico che la rete di dimore storiche rappresenta. Esse costituiscono, infatti, un perno fondamentale per le economie dei borghi in cui si trovano. Il 54% di tali immobili, infatti, è situato in piccoli comuni con una popolazione inferiore a 20.000 abitanti e, nel 26% dei casi, addirittura sotto i 5.000 residenti.
Per questo motivo la Giornata Nazionale Adsi rappresenta un’occasione unica per sensibilizzare la società civile e le istituzioni sul ruolo che le dimore storiche ricoprono per il tessuto socio-economico del Paese. La loro presenza sul territorio è infatti fondamentale per moltissime filiere: da quella artigiana, in particolare del restauro, a quella del turismo (che comprende ristorazione, attività ricettive e visita degli immobili), dalla convegnistica alla realizzazione di eventi, dal settore agricolo al mondo vitivinicolo. Molte sono le figure professionali che gravitano intorno ad una dimora, mestieri dal sapere antico – artigiani, restauratori, maestri vetrai – sempre più difficili da reperire.
Si tratta di un patrimonio tramandato a noi attraverso i secoli, che i proprietari custodiscono e che, grazie alla loro centralità nei luoghi in cui si inseriscono, costituiscono stabilimenti produttivi culturali non delocalizzabili che generano un valore sociale ed un’economia indissolubilmente legata al territorio. Investire in questi magnifici tesori – unici ed irripetibili – significa anche creare opportunità occupazionali per i più giovani, messi a loro volta in condizione di tramandare quei saperi che hanno reso grande il patrimonio privato italiano.

L’iniziativa, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Case della Memoria, la Federazione Italiana Amici dei Musei (FIDAM) e Federmatrimoni ed Eventi Privati (Federmep), ha ricevuto il patrocinio di ENIT – Agenzia Nazionale del Turismo e della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco.

L’ingresso è gratuito: sul sito www.associazionedimorestoricheitaliane.it/giornatanazionale2023/ è possibile verificare gli orari di apertura di ogni singola dimora e le eventuali modalità di prenotazione (se necessaria).

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In copertina, una bella immagine  di Villa del Torre a Romans d’Isonzo.

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