Carenza di medici di medicina generale sul territorio, è arrivata una nuova “stangata”: in Friuli Venezia Giulia gli aderenti alla Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale – maggiore sindacato del settore che in regione conta più di 300 iscritti) – denunciano con forza la mancata proroga da parte del Ministero della Salute del decreto legge del 17 marzo 2020, il quale prevedeva il riconoscimento nel proprio percorso didattico per i medici in formazione con relativi crediti dell’attività con i pazienti sul territorio, aiutando i colleghi ove ce ne fosse bisogno con incarichi provvisori o di sostituzione.
«Una scelta dell’allora ministro Speranza – spiega il dottor Fernando Agrusti, segretario regionale Fimmg Fvg – che aveva permesso di affrontare al meglio la situazione pandemica grazie al contributo dei medici che in questi anni stanno frequentando il Corso di formazione specifica in medicina generale. Ora si motiva la scelta di non prorogare il decreto con il fatto che l’emergenza Covid-19 sia finita, come da avviso inviato il 20 gennaio dall’Sc Centro regionale formazione, ma in verità stiamo affrontando ancora grandi sfide: non solo con il Covid-19 ma anche con l’influenza stagionale. E non dimentichiamoci che in Friuli Venezia Giulia siamo in una situazione di carenza diffusa di medici di medicina generale sul territorio. Tra abbandoni e raggiunti limiti di età già mancano un centinaio di medici di medicina generale, mentre da qui al 2025 ne andranno in pensione altri 70. Per questo è evidente come l’aiuto dei medici che frequentano il Corso di formazione specifica in medicina generale sia fondamentale, ma a loro va riconosciuto il credito formativo per l’attività che sono chiamati a svolgere. Ma ora purtroppo, senza proroga, questo non è più possibile e le ore svolte in ambulatorio non vengono conteggiate nel percorso formativo».
Da qui l’appello di Fimmg Fvg. «Chiediamo con forza – conclude Agrusti – alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia di far valere almeno nella nostra sanità regionale il giusto principio per cui svolgere attività di medicina generale durante gli studi sia riconosciuto nel piano formativo dei giovani medici che non solo in un prossimo futuro, ma già adesso possono dare un fondamentale aiuto al sistema sanitario e ai pazienti».

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In copertina, il dottor Fernando Agrusti segretario regionale della Fimmg.

 

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