«La ricostruzione post-terremoto 1976 in Friuli è stata e continua a essere modello non solo in Italia, ma nel mondo per quelle che sono state normative, modalità, organizzazione, gestione e tempi di esecuzione. Portare avanti questo esempio è doveroso: lo dobbiamo ai padri di questo miracolo e, in modo particolare, al commissario straordinario Giuseppe Zamberletti, del quale ricorre oggi il quinto anniversario dalla scomparsa. A quasi 50 anni di distanza, quello friulano è un territorio completamente rinato, che ha fatto tesoro di quell’esperienza tanto drammatica, mettendola a frutto a favore anche della ricerca e di quanti stanno lavorando per trovare soluzioni sempre migliori e all’avanguardia per gestire le situazioni di emergenza». Lo ha detto, ieri pomeriggio, l’assessore alle Finanze del Friuli Venezia Giulia, Barbara Zilli, a Venzone all’assemblea ordinaria dell’Associazione dei Comuni terremotati e sindaci del terremoto, sodalizio che si è riunito per il rinnovo delle cariche e per ricordare la figura dell’onorevole Zamberletti. Presenti, tra gli altri, il presidente vicario uscente dell’Associazione, Loris Cargnelutti.


«Padre della Protezione civile, nata proprio nella nostra regione, sulle macerie del sisma del 1976, Zamberletti resta nei nostri cuori – ha detto l’esponente della Giunta Fedriga -. La sua opera pionieristica ha segnato una svolta determinante nei processi della ricostruzione post-terremoto. Un uomo dalle doti straordinarie, di profonda umanità, dal pensiero lungimirante, che ho avuto l’onore di conoscere. Con Zamberletti, al quale va la riconoscenza di un popolo che lui prima di tutti ha saputo riconoscere come comunità in grado di agire con forza, coraggio e determinazione, si è aperta una nuova era. Il terremoto del 1976 ha segnato un prima e un dopo, lasciandoci la grande eredità: di non dimenticare chi eravamo per poter costruire ancora oggi chi vogliamo essere».
«La nuova assemblea dell’Associazione dei sindaci, che si costituisce oggi, ci proietta verso il cinquantesimo anniversario del terremoto nel 2026 – ha detto ancora Barbara Zilli -. Sarà il momento in cui ricordare ancora cosa è stato il sisma in Friuli e soprattutto cosa ci ha lasciato: non solo il dolore e il sacrificio, ma soprattutto la consapevolezza che la resilienza, lo spirito di comunità e la capacità di rimboccarsi le maniche e guardare avanti è ancora patrimonio indiscusso e proprio delle nostre comunità. Un grazie va a tutti i sindaci riuniti a Venzone oggi, che portano avanti con orgoglio l’eredità che i primi cittadini del 1976 hanno lasciato loro».
L’esponente dell’Esecutivo Fedriga ha voluto rimarcare con forza come il modello della ricostruzione sia diventato esempio in Italia e in altre aree dell’Europa e del mondo, tanto che recentemente un gruppo di studi europeo ha fatto tappa in Friuli proprio per studiare la resilienza del territorio. «Ciò che venne compiuto più di cinquant’anni fa resta ancora un esempio, a futura memoria sia di quanti vissero quell’esperienza sia di chi allora non c’era ma che ha ora, sotto gli occhi, quanto venne compiuto con grande lungimiranza – ha aggiunto l’assessore regionale -. Allora il Friuli Venezia Giulia fu antesignano di quello che fu un evento eccezionale e per il quale il territorio è ancora grato verso chi non solo condivise, ma mise in atto quella scommessa. Il pensiero è rivolto oggi alle giovani generazioni, che devono avere sempre più padronanza del territorio sotto il profilo urbanistico e come tutela di un patrimonio di valore inestimabile qual è l’identità di una comunità».

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In copertina, il commissario straordinario del Friuli terremotato Giuseppe Zamberletti e all’interno i sindaci della ricostruzione con l’assessore Barbara Zilli.

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