di Mariarosa Rigotti

Il Friuli, e precisamente la realtà dei suoi confini, soprattutto a Est, al centro dell’attenzione questa sera, 8 dicembre, nell’ambito di un convegno a Ginevra organizzato da The Graduate institute e ospitato alla Maison de la Paix. Nella città svizzera, saranno illustrati anche i contributi di due friulani: Stefano Morandini e Dj Tubet, al secolo Mauro Tubetti. L’evento è inserito nelle celebrazioni per il decimo anniversario della fondazione della Sezione di antropologia e sociologia dello stesso istituto e, come viene anticipato, sarà un’occasione per conoscere le ricerche effettuate sul campo del confine nord-orientale italiano, soprattutto in relazione ai cambiamenti in atto nell’area transfrontaliera. L’appuntamento, in quella che è una delle migliori scuole post-laurea al mondo nel campo delle relazioni internazionali e dello sviluppo economico,
vedrà impegnati ricercatori locali e internazionali a confrontarsi sul tema del progetto di studio, già finanziato dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica “National Borders and Social Boundaries in Europe: The Case of Friuli” che ha coinvolto prestigiose realtà partner: Istituto di alti studi internazionali e sullo sviluppo di Ginevra, Università di Lubiana, Università di Udine e la Binghamton University dello Stato di New York.

Stefano Morandini


A Ginevra, come detto, saranno presentati anche i contributi di due friulani: appunto Stefano Morandini, ricercatore dell’istituto, e Dj Tubet, il rapper di Nimis che, come è noto, nelle sue canzoni utilizza la lingua friulana, quella parlata nel suo paese. Entrambi, diversamente da programma, visto il periodo pandemico, non saranno però presenti.  Va sottolineato a proposito del friulano di Tubet, che sarà ascoltato via video, e che pure tutti i ricercatori renderanno plurilingue l’evento: infatti, si esprimeranno ciascuno in una lingua diversa, restituendo al pubblico anni di ricerca, ponendo altresì l’accento su quel nostro confine orientale a cavallo tra Friuli e Slovenia, rappresentato dalla cosiddetta Benecija. Così, «a trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, il confine del Friuli Venezia Giulia si fa meno grigio restituendo con le sue storie di frontiera un territorio che è stato: teatro di servitù e occupazioni militari vissute col timore dell’annessione alla Jugoslavia, luogo di sospetti verso slavi e comunisti, controllato da organizzazioni clandestine e scenario di un’industrializzazione mancata».
L’evento, come detto, sarà dunque incentrato sulla realtà dei confini del Friuli e vedrà la partecipazione di illustri relatori per presentare anni di ricerca sul campo. Per cui ci saranno Alessandro Monsutti, che introdurrà la serata (è full professor di antropologia dell’istituto e uno dei massimi esperti di Afghanistan e mobilità migratoria), e Jean-François Bayart, celebre politologo francese, ed ex direttore della ricerca al Centro nazionale francese per la ricerca scientifica, che si focalizzerà sull’età delle frontiere. Come anticipazione, viene spiegato che «non solo contrasti e tensioni sociali segnano la storia europea lungo le linee di confine, ma la definizione di frontiere rivela anche dinamiche di scambi, contaminazioni, che si articolano in queste aree di congiunzione tra realtà territoriali diverse». E poi il caso particolare del Friuli verrà esposto dallo stesso professor Monsutti «inserendo la storia antropologica contemporanea della nostra regione nel quadro più ampio dei confini nazionali e sociali in Europa».
Inoltre, ci saranno la proiezione e la discussione del documentario “Dietro la Cortina – Praforte: un arcipelago di memorie”, di cui è autore Stefano Morandini, «offrendo così uno spaccato sulla vita di confine tra Italia ed ex-Jugoslavia». Va sottolineato, a tale riguardo, che Morandini è un antropologo visuale e ricercatore sul campo nel progetto del citato istituto, componente del team di ricerca internazionale sui confini nazionali assieme ad Alessandro Monsutti.
A chiudere la conferenza saranno proprio le musiche del Dj Tubet il quale, come è risaputo, è autore di canzoni multilingue anche nel suo recente album “Fin Cumò” ed è apprezzato per la capacità di intrattenere il pubblico con i suoi freestyle. La lingua friulana, per la precisione il friulano nella variante di Nimis, il paese appunto di Tubetti, sarà così sentita anche in un contesto internazionale. E riguardo a questa occasione di far ascoltare i suoi lavori, il cantautore nimense non nasconde la propria emozione: «Sono felicissimo che si ascolteranno le mie canzoni a The Graduate Institute di Ginevra, una delle migliori scuole post-laurea al mondo nel campo delle relazioni internazionali. Sono onorato di poter far ascoltare la lingua friulana in una scuola che ha visto tra i suoi illustri allievi anche l’ex-segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan».

Ginevra e il suo lago.

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In copertina, ecco il Dj Tubet con la bandiera del Friuli storico.

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