(s.b.) Oltre al 3 aprile, in numerose altre occasioni la bandiera del Friuli, con l’aquila patriarcale, dovrebbe sventolare sui nostri Municipi. E’ una delle richieste emerse dall’affollata assemblea – l’altra sera a Palazzo Belgrado, a Udine – della Comunità Linguistica Friulana, l’ente che rappresenta i Comuni friulanofoni. Una realtà in crescita, che con le ultime adesioni (Castions di Strada, Gonars, Pagnacco, Reana del Rojale, Fanna e Claut) è arrivata a ben 138 amministrazioni comunali associate in virtù della volontà di tutelare l’identità friulana delle loro comunità.

Alla presenza dell’assessore regionale Pierpaolo Roberti, del presidente del consiglio regionale Piero Mauro Zanin e del presidente dell’Arlef Eros Cisilino, che hanno tutti riconosciuto il ruolo attivo e propositivo dell’organismo, l’assemblea ha visto il suo presidente Markus Maurmair tracciare il bilancio di un’estesa attività che ha portato a sviluppare nel 2021 una serie di iniziative volte ad un uso più esteso del friulano nell’informazione e nella pubblica amministrazione. Dalla campagna “Più friulano in Rai” al progetto di un telegiornale in friulano (Gnovis) su Telefriuli, dalla partnership con molte realtà istituzionali, editoriali e associative al convegno realizzato a Villa Russiz sull’impiego del friulano e delle altre lingue minoritarie nella pubblica amministrazione, molte sono state le attività che l’assemblea ha portato avanti. La visibilità è cresciuta e in questo nuovo esercizio l’ente ha già iniziato a sviluppare le nuove azioni di promozione dell’uso e della tutela del friulano come opportunità per le nostre comunità che caratterizzeranno il suo 2022.
In tal senso, va inteso l’appello che Maurmair ha rivolto nei giorni scorsi ai sindaci per sensibilizzare i dirigenti scolastici ad avvalersi delle norme che offrono agli Istituti scolastici dei territori dei Comuni friulanofoni la possibilità di derogare dai numeri minimi di allievi iscritti per formare delle classi: «Un esempio concreto – ha detto il presidente – di come l’esercizio della tutela della “marilenghe” può salvaguardare gli organici delle scuole e talora gli stessi plessi scolastici. L’attenzione che a questa possibilità hanno riservato alcuni Comuni veneti è eloquente della necessità di affrontare un tema dirimente come quello del mantenimento della presenza di istituti scolastici nelle piccole comunità. E se la tutela della lingua aiuta a superare la rigida applicazione di tetti numerici stabiliti a tavolino in maniera che non considera la specificità dei territori, vale la pena avvalersene».

La tutela delle lingue minoritarie è essa stessa tutela dell’autonomia regionale, per questo il Friuli Venezia Giulia sta puntando progressivamente al modello Alto Adige: questo il concetto espresso dall’assessore regionale alle Autonomie locali e Lingue minoritarie nel suo saluto di apertura all’Assemblea. Ripercorrendo l’attività svolta in questi anni sono stati ricordati i principali traguardi raggiunti nella tutela del friulano a cominciare dalla revisione delle convenzioni con la Rai per la programmazione di trasmissioni in lingua sulla rete regionale, indicata come il primo passo verso il modello altoatesino.
A questa si aggiungono le modifiche alla struttura dell’assemblea della Comunità linguistica friulana e all’assetto e competenze riconosciute all’Agenzia regionale per la lingua friulana. All’Aclif la Regione Fvg riconosce un peso politico importante accanto ad attori dell’associazionismo privato che si occupano della valorizzazione del friulano. Da qui lo sprone agli amministratori locali a perseguire assieme l’obiettivo della massima tutela. L’Aclif conta oggi 138 Comuni soci, una decina in più degli ultimi anni, impegnati in un programma di attività sul territorio che hanno consolidato l’uso consapevole della lingua minoritaria. Ne sono espressione, oltre che la convenzione Rai, i diversi accordi con le realtà editoriali e i numerosi convegni ed iniziative di approfondimento e ricerca.

Le giovani generazioni saranno al centro del programma Aclif 2022 anche con un’azione di sensibilizzazione delle amministrazioni al fine di stimolare la formazione dei Consigli comunali dei Ragazzi, come forma di educazione alla partecipazione attiva dei cittadini in erba. Quest’importante esperienza, dove viene attuata, forgia persone che diventano sensibili alla cittadinanza attiva e domani saranno volontari, membri di associazioni e forse amministratori, ma in ogni caso sarà più probabile che si facciano carico della loro comunità. Nelle intenzioni dell’Aclif, come ha spiegato l’assessora di Tavagnacco Ornella Comuzzo, c’è la volontà di creare una giornata di confronto tra i Ccr sui temi dell’identità, con un approccio laboratoriale, per iniziare un percorso di condivisione anche fra le istituzioni che rappresentano i più giovani cittadini.


Altra iniziativa particolare è stata la distribuzione a tutti i sindaci delle fasce tricolori “griffate” con il simbolo dell’Aclif: un modo concreto ed evidente di mettere insieme il ruolo istituzionale all’interno dello Stato italiano con la rappresentanza di una comunità che si ritiene friulana con orgoglio. E che continuerà a sostenere la necessità della presenza del friulano nell’informazione Rai e nell’intero assetto informativo regionale, dando continuità ai partenariati già in atto e sviluppandone se possibile degli altri. In più, la collaborazione con il Cirf (Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla cultura Friulana) dell’Università di Udine, si predisporrà un corso di formazione per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni.

Infine, la discussione ha aperto un interessante dibattito rispetto alla necessità di individuare le date per la predisposizione di un regolamento che disciplini l’esposizione della bandiera del Friuli. Oltre al 3 aprile (nascita della Patria del Friuli nel 1077) le altre principali ricorrenze legate all’identità friulana “papabili” di essere ricordate su ogni pennone dei nostri municipi sono il 27 febbraio (la “crudêl joibe grasse”), il 6 maggio (sisma del 1976), il 6 giugno (assassinio del Beato Bertrando nel 1350), il 7 giugno (fine dello Stato patriarcale nel 1420), il 12 luglio (Santi Ermacora e Fortunato, patroni della Regione) e il 9 ottobre (disastro del Vajont, 1963). Anche se – ha osservato il sindaco di Udine, Pietro Fontanini – nulla impedisce l’esposizione della bandiera friulana al pari di quella italiana, regionale, ed europea, l’Aclif lavorerà per la stesura di un regolamento da sottoporre ai Comuni per impegnare le amministrazioni a provvedere all’esposizione del vessillo in queste occasioni significative per la storia dell’identità friulana.

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In copertina e all’interno alcune immagini dell’assemblea Aclif riunita a Udine.

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