di Giuseppe Longo

GRADO – Finalmente ieri l’Isola di Grado, che conta già la presenza di molti turisti soprattutto di lingua tedesca, ha beneficiato di una splendida giornata di sole dopo gli abbondanti piovaschi che l’avevano preceduta. E oggi, stando alle previsioni meteo, dovrebbe esserci il bis. Quello che ci vuole per celebrare adeguatamente la solennità del Corpus Domini che, dopo la Messa cantata, vedrà snodarsi anche la tradizionale processione con il Santissimo Sacramento nelle vie del centro: campo Patriarca Elia, via della Corte, via Marina, Via Orseolo, viale Europa Unita, largo San Crisogono e via Gradenigo.

La festività odierna era stata anticipata giovedì – la giornata canonica della ricorrenza eucaristica, rinviata però alla fine degli anni Settanta, durante il pontificato di Paolo VI, alla domenica successiva – da un applauditissimo concerto in una gremita Basilica di Sant’Eufemia, protagonisti i medici-musicisti tedeschi in questi giorni nell’Isola d’Oro per il loro Congresso annuale: una bella consuetudine, quella di riunirsi per discutere dei loro problemi a Grado, che si ripete da quasi mezzo secolo. E nell’occasione, proprio nel giorno del Corpus Domini (che in Germania come pure in Austria è rimasto festivo), piace loro regalare un concerto di musica classica alla comunità isolana e ai suoi ospiti.
L’Orchestra Musica Medica – così si chiama la formazione strumentale – sotto la direzione del professor Rudolf Ramming ha così offerto un programma ampio e variegato nel quale hanno dominato bellissimi brani di Antonio Vivaldi, Wolfgang Amadeus Mozart e Joseph Haydn, ma anche di Gabriel Fauré e Felix Mendelsohn-Bartholdy, oltre che dei contemporanei Lewis Capaldi e Klaus Slibernagi, in alcuni dei quali sono state molto applaudite anche interpretazioni soliste con violino, violoncello e flauto, oltre che vocali con soprano e tenore, come è avvenuto nella stupenda composizione di Haydn. Ma il cantore è tornato sulla scena da solo al termine del concerto, quando il direttore Ramming ha voluto regalare un bis al caloroso pubblico che aveva riempito l’antica Chiesa patriarcale, tanto che numerose persone avevano dovuto accontentarsi di ascoltare i magnifici brani dal sagrato. Così, il solista tedesco ha interpretato “O sole mio”, la canzone napoletana notissima in tutto il mondo, scritta nel 1898 da Giovanni Capurro e musicata da Eduardo Di Capua. E quel sole evocato dai medici-musicisti d’Oltralpe finalmente è arrivato anche sull’Isola. Infine, il concerto è stato coronato dalle note coinvolgenti e festose di “Pomp and circumstance”. La famosa pagina di Edward Elgar era proprio intonata con l’importanza della ricorrenza che si celebra oggi con la dovuta solennità.
«Partecipando all’Eucarestia – ha sottolineato, infatti, monsignor Paolo Nutarelli – non solo ci nutriamo del corpo di Cristo, entrando in comunione con Lui, ma entriamo in comunione anche tra di noi. Mangiamo uno stesso pane, diventiamo uno stesso corpo. L’Eucarestia alimenta anche l’unità della Chiesa: è lo stesso sangue che scorre, la stessa vita che ci accomuna. Attraverso la celebrazione dell’Eucarestia diventiamo non solo consanguinei di Cristo, ma anche “fratelli di sangue” tra di noi».

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In copertina e all’interno alcune immagini dell’applauditissimo concerto dei medici tedeschi nella Basilica di Sant’Eufemia.

 

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