Si avvia alla conclusione il primo mandato della Camera di Commercio Pordenone-Udine, nata l’8 ottobre 2018 dallo storico accorpamento delle due realtà camerali dei due capoluoghi provinciali. La Regione Fvg ha fissato la data per l’inizio del prossimo mandato, il 9 ottobre, e intanto ieri, a Villa Manin di Passariano, il presidente e il vicepresidente, Giovanni Da Pozzo e Michelangelo Agrusti, hanno voluto riunire consiglieri e componenti di giunta, nonché i principali stakeholder, per evidenziare l’importante prima tappa «di questo viaggio che abbiamo compiuto per la prima volta insieme, arrivando – ha evidenziato Da Pozzo – a integrare al meglio non solo la governance, ma anche e soprattutto l’effettiva operatività delle due sedi, a tutto vantaggio dell’efficienza dell’azione dell’ente nei confronti di imprese, primario interlocutore e sostenitore della Camera, e cittadini».

Un ente accorpato che conta a 90.991 localizzazioni d’impresa registrate, il 73% del tessuto imprenditoriale regionale, di cui un terzo società di capitali, per due territori che segnano un Pil procapite di 28.618 euro (Udine) e 28.474 euro (Pordenone) a fronte di una media italiana di 26.884 euro (2021). Ma soprattutto territori traino dal punto di vista dell’interscambio commerciale: Udine e Pordenone fanno il 61% dell’export totale della regione. Ai numeri dell’economia, presidente e vicepresidente hanno voluto far seguire il positivo impegno quotidiano dell’ente, con un Registro imprese che supera le 50 mila pratiche l’anno, il 47% di dipendenti in possesso di laurea e l’80% di personale femminile, nonché un indicatore di tempestività dei pagamenti importante: l’ente paga, infatti, le fatture mediamente in anticipo di 17 giorni rispetto alla scadenza.

«Ed è un ente che vive i suoi territori al massimo», hanno sottolineato presidente e vicepresidente. Con 40 partecipazioni in società, enti e istituzioni di tutti i comparti economici, «la Camera di Commercio Pordenone-Udine si può occupare a tuttotondo dello sviluppo delle imprese, ma non solo, può incidere positivamente anche sulle tante iniziative culturali e sociali che arrivano dalla comunità». Nel quinquennio, gli interventi economici per lo sviluppo del territorio sono infatti passati dai 5,9 milioni del 2019 agli 8,1 del 2023. L’ente, inoltre, ha concesso quasi 89 milioni alle imprese tramite la gestione dei bandi su delega e fondi regionali, cui si sommano i 4,5 milioni circa con i bandi di fondi propri camerali e oltre 2,5 milioni di sostegni alle iniziative del territorio. Inoltre, superano i 3 milioni di euro i progetti finanziati con il diritto annuale per programmi speciali nei campi del turismo, della formazione lavoro, per il punto impresa digitale, per preparare le pmi ad affrontare i mercati internazionali e per iniziative a sostegno delle crisi d’impresa. Sono quasi 1300 le imprese coinvolte in circa 150 eventi di internazionalizzazione in tutto il mondo ed è significativa anche l’azione dell’ente a promozione del territorio, con progettualità quali Pordenone with Love o Mirabilia e Opus loci per la valorizzazione dei siti Unesco o ancora i due grandi eventi quali la consolidata eccellenza Pordenonelegge e, dopo il Friuli Future Forum, la fortunata evoluzione Open Dialogues for Future, realizzata per la prima volta con grandissima partecipazione di pubblico e ospiti internazionali nel marzo 2023 assieme a The European House – Ambrosetti e la direzione scientifica di Federico Rampini, di cui si sta già lavorando a una seconda edizione per il 2024.

«Sono stati cinque anni rilevanti, per noi come istituzione economica, dovendo portare a regime l’accorpamento, ma sono stati un periodo particolarmente impegnativo e per alcuni aspetti straordinariamente impegnativo per tutti, a livello internazionale e nazionale». Da Pozzo e Agrusti hanno ricordato la durissima pandemia da Covid 19 e l’invasione russa dell’Ucraina, innanzitutto, con le gravi ripercussioni sociali e sui già delicati equilibri geopolitici. «Mettiamo poi nel nostro “zaino” di esperienze e sfide un mercato del lavoro completamente rivoluzionato – dallo smart working, ma più ancora dal rifiorire dell’economia, del turismo, delle tecnologie, nonché dalle mutate aspettative dei lavoratori –, la crescita, inizialmente smodata, del costo dell’energia, materie prime a lungo introvabili, la trasformazione della globalizzazione e delle catene di rifornimento, i risultati per molti aspetti eccezionali dell’Italia e del Fvg che sono scaturiti quasi come reazione alla pandemia. È stato dunque un quinquennio di immense complessità ma anche di insperati successi, che ci ha dato nuova consapevolezza e nuovo sviluppo, anche come istituzione camerale».

Il logo della Camera di Commercio Pordenone-Udine, adottato a inizio mandato, rappresenta un ponte, simbolo di unità e collaborazione: con tutta la rete del sistema camerale italiano e tra le due province. «Attraverso una serie di iniziative, partecipazioni strategiche e programmi innovativi, la nostra Cciaa – concludono presidente e vicepresidente – ha promosso la competitività delle imprese, incentivando investimenti, promuovendo rinnovamento, contribuendo ad accrescere capacità imprenditoriale e competitività delle aziende locali, anche grazie a un confronto costante e sempre decisamente proficuo con la Regione, dimostratasi sempre attenta ad aiutare la comunità economica a uscire dalle situazioni più complesse di questo quinquennio. Siamo fiduciosi che i cinque anni trascorsi siano il prologo di un futuro a cui guardiamo con ottimismo, che possa essere di continuo impegno e di crescita ulteriore per i nostri territori e la regione tutta. Un grazie a tutti quelli che hanno percorso questi cinque anni con noi, pensando sempre che “il meglio deve ancora venire”».

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In copertina e all’interno due immagini dell’incontro di ieri a Villa Manin con il presidente Giovanni Da Pozzo e il vice Michelangelo Agrusti.

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