di Gi Elle

Liliana Segre, testimone diretta delle tragedie dell’Olocausto, è ora cittadina onoraria anche di Grado. E’ stata infatti accolta all’unanimità dal Consiglio comunale dell’isola la proposta dell’Amministrazione Raugna, promossa dall’assessore alle Pari opportunità Federica Lauto, di conferire alla senatrice a vita l’importante riconoscimento.
Come è noto, Liliana Segre – nata in una famiglia ebraica a Milano nel 1930 – ha insegnato con tenacia, nonostante il dolore che una simile rievocazione comporti, il valore della memoria e la capacità di sopravvivenza, dimostrando che ci sono obiettivi per i quali vale la pena battersi fino in fondo. E questo nella consapevolezza che l’odio, oggi così facile, è sempre in agguato.
“I continui episodi di razzismo – è stato sottolineato durante la seduta -, le scritte sui muri, i nuovi fascismi, le svastiche che, nonostante tutto quello che è accaduto, capitano ancora, sono eventi che si possono evitare solo se tiene viva la fiaccola della memoria, come Liliana Segre, assieme agli altri sopravvissuti, ci insegna a fare. E se non si cede all’indifferenza”.

L’assessore Federica Lauto.

I molti interventi in aula hanno sottolineato come la senatrice a vita, superstite della Shoah, sia un esempio di perseveranza, intesa non come semplice sottostare alle avversità della vita, ma come la difficile abilità di trovare ogni giorno un motivo per vivere e per resistere all’odio. Un esempio di resilienza, ovvero della capacità di trovare le forze di resistere di fronte agli urti devastanti della vita, anche laddove si pensava fosse inimmaginabile trovarle, recuperando la capacità di rimettersi in cammino anche laddove le gambe quasi non ci sono più, ma anche degli effetti devastanti che possono avere le scelte politiche sulla vita delle persone.
“Liliana Segre – è stato ancora osservato a Grado – ci insegna che la radice del male sta proprio nell’indifferenza, oggi così diffusa, in chi si volta dall’altra parte, e che il male non è compiuto solo da pochi e rari sadici ma che tutti possono compierlo, come di fatto è accaduto ai nazisti che mandavano a morire madri, padri, bambini nei forni crematori e poi tornavano a casa a giocare coi figli. Liliana Segre insegna ai nostri giovani, ma non solo, che è possibile, anche quando siamo distrutti, andare avanti, mettendo sempre una gamba davanti all’altra, come ha fatto lei resistendo alle incredibili marce della morte a cui è stata sottoposta assieme agli altri prigionieri, una volta giunta la Liberazione, quando i Nazisti tentarono di sgomberare i campi mettendosi in cammino con i prigionieri, evacuati, e sparando a chi cadeva e non riusciva ad alzarsi”.
“La storia di Liliana Segre e di suo padre – ha sottolineato l’Amministrazione civica isolana – ci mostra come tutto cambiò nella vita di moltissime persone da quel 14 luglio del 1938 in cui furono approvate le leggi razziali e che meriterebbe di essere chiamato come ‘Giorno della vergogna’. Dove all’umiliazione si aggiunse il dolore di vedersi voltare le spalle dal vicino o dalla compagna di classe, da chi fino al giorno prima, si credeva amico”.

Liliana Segre non è l’unica, per fortuna, testimone dei giorni della Shoah ma il Consiglio comunale di Grado ha deciso di assumerla come simbolo perché esempio vivente e concreto del nostro tempo, una donna che riesce ancora, nonostante il dolore che la rievocazione di simili orrori comporta a farsi portavoce instancabile di ciò che è successo e promotrice di pace. Che porta avanti i valori della memoria, nonostante come abbia detto lei stessa, da Auschwitz in realtà non si esce mai totalmente e se a noi tutto ciò non è capitato è perché abbiamo avuto la fortuna di non nascere in un periodo storico e in una famiglia ebraica in quel periodo storico.

“Liliana Segre – sottolinea infine l’Amministrazione guidata dal sindaco Dario Raugna che con l’assessore Federica Lauto ha promosso l’importante iniziativa – è simbolo anche in quanto donna, in un tempo in cui purtroppo non è ancora facile per una donna essere ascoltata e presa sul serio, soprattutto in certi ambienti come quello scientifico o quello politico, per esempio. Ci piace pensare – sottolinea l’amministrazione Raugna – che Grado, che è una città turistica, e una città dell’accoglienza, sia appunto una città accogliente che apre e non sbatte le porte e che possiamo far nostri i valori incarnati dall’opera di Liliana Segre, in un periodo in cui, tra l’altro, gli ultimi testimoni della Shoa stanno scomparendo. Fra pochi anni non ci saranno più testimoni diretti, per evidenti ragioni anagrafiche. E già oggi, forse, il racconto delle esperienze del nazismo di tutti i genocidi e i totalitarismi suscita una crescente indifferenza. Noi vogliamo ringraziare Liliana Segre per i suoi stimoli, come dice il Presidente Mattarella, a non rimanere inerti di fronte all’odio e al pregiudizio e anche noi, come i seicento Sindaci in marcia per la solidarietà con la senatrice Liliana Segre vogliamo dire: l’odio lasciamolo ai leoni da tastiera”.
E ancora: “Consideriamo Liliana Segre un tesoro nazionale e vogliamo onorare una donna che lavora in maniera indefessa per sconfiggere ogni intolleranza. Testimone di verità che va avanti “finché mi reggono le forze”, come dice lei (e come ha fatto nei campi di sterminio) e che si batte perché la memoria sia la nostra ricchezza e la nostra difesa, la riteniamo una cittadina illustre ed esemplare. Adottare questa delibera quindi è un gesto simbolico, ma va ben oltre il gesto in sè ed è un atto di testimonianza e di precisa presa di posizione contro l’odio“.

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In copertina, Liliana Segre con il Presidente Sergio Mattarella.

(Foto Wikipedia)

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