(g.l.) Grado fa il pieno di… solidarietà. Da ieri, infatti, nell’Isola c’è una “invasione” pacifica di oltre duecento Caritas diocesane, con più di 600 delegati, che partecipano al loro 44° Congresso nazionale in programma, come già annunciato, fino a giovedì 11 aprile. Tema dell’importante appuntamento “Confini, zone di contatto e non di separazione”. Al centro dei quattro giorni di lavori il Palacongressi di Città Giardino, anche se sono previste puntate a Gorizia, Nova Gorica e in altre località, come nella lagunare isoletta del Santuario di Barbana e nella vicina Aquileia per la visita alla Basilica poponiana.


Confini, dunque, zone di contatto e non di separazione. Come dimostra con efficacia anche quello tra Italia e Slovenia ormai pressoché inesistente, considerato che proprio Nova Gorica e Gorizia formano praticamente una “città unica” in Go!2025, il progetto che le vede affiancate per la Capitale europea della cultura del prossimo anno. “Se non ci fossero i confini saremmo tutti più poveri, privi di punti di vista diversi. I confini sono anche positivi, perché garantiscono una diversità e un approccio complesso al mondo”, ha sottolineato, infatti, l’arcivescovo di Gorizia e presidente di Caritas Italiana, Carlo Roberto Maria Redaelli. Il quale poi – come informa Sir – ha aggiunto: “Dobbiamo riconoscere che a volte ci sono confini tra uffici e servizi della Curia con il rischio di una pastorale frammentata e iniziative non coordinate che piovono sulle Parrocchie. Ci sono però tentativi interessanti di lavoro condiviso”. Ma il confine più arduo – secondo monsignor Redaelli – è “tra operatori e volontari Caritas e gli ultimi, perché siamo in due situazioni diverse, chi aiuta e chi ha bisogno di aiuto. Ma è un confine che va superato”. Per cui il presule propone di capovolgere i ruoli e invita a pensarci noi stessi “come gli affamati, gli assetati, gli stranieri che hanno bisogno di aiuto”.
Alla giornata inaugurale è intervenuto anche monsignor Francesco Moraglia, patriarca di Venezia – città che con Grado ha un legame storico speciale – e presidente della Conferenza episcopale del Triveneto, il quale ha sottolineato che “la Chiesa è immersa in una dinamica d’amore concreto e senza confini”. Ieri hanno parlato anche padre Luciano Larivera, direttore del Centro culturale Veritas di Trieste, e don Matteo Pasinato, docente di Teologia morale alla Facoltà Teologica del Triveneto.
Giorni importanti, dunque, per Grado, non solo come immagine proiettata all’esterno in quanto punto di riferimento di una manifestazione nazionale di grande rilevanza, ma anche per la sua economia in questo periodo ancora di bassa stagione, considerato pure che le recenti festività pasquali sono state ostacolate dal maltempo, causando un danno che il sole dell’Ottava non è certamente riuscito a sanare. Una boccata d’ossigeno, insomma, preziosa per i valori che incarnano le Caritas, ma anche per gli effetti positivi  che questa “invasione” benefica porta all’Isola d’oro.

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In copertina, l’arcivescovo di Gorizia e presidente della Caritas Italiana Carlo Roberto Maria Redaelli; all’interno un settore del Palacongressi di Grado nella giornata inaugurale di ieri.

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