Una rinnovata fiducia per la ripartenza dell’economia, a qualche mese di distanza da un lockdown pesantissimo, ma che le aziende friulane stanno cercando di superare mettendo in campo tutte le energie positive. La presenza dell’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Bini, alla seduta di giunta della Cciaa di Pn-Ud ha fornito l’occasione per ribadire le buone sensazioni che i rappresentanti di tutti i settori economici stanno registrando dopo i mesi di blocco e con particolare intensità soprattutto nell’ultimo mese. «C’è nuova vitalità – ha detto il presidente Giovanni Da Pozzo, introducendo gli interventi dei componenti di giunta -. È chiaro che i dati raccolti nel momento del lockdown o del primo post-lockdown erano tutti negativi. Ma è nostro dovere guardare avanti e i segnali che ci arrivano da tutti i comparti ci fanno ben sperare, segno anche del grande lavoro messo in campo in questi mesi, in cui c’è stata, va ribadito, una collaborazione più che proficua con la Regione, di cui ringraziamo l’assessore Bini». Da Pozzo ha tracciato un quadro ad ampio raggio.
«L’industria sta dimostrando un recupero trasversale – ha elencato Da Pozzo –. Dal turismo, che nel nostro territorio rappresenta il 72% del totale regionale, ciò che sento in questo mese è una tendenza alla positività e una rinnovata fiducia anche guardando alle prenotazioni per i prossimi mesi, mentre solo due mesi fa le sensazioni erano completamente diverse. Certo, la situazione è complessa e permangono alcuni comparti in difficoltà, come alcuni segmenti del commercio, ma dobbiamo ricordare che il periodo pre-Covid non era di certo un momento espansivo per la nostra economia. Speriamo davvero che questa fiducia permanga e continueremo a collaborare con la Regione, puntando alla massima efficacia degli strumenti legislativi di prossimo varo».
I commenti ottimistici sono arrivati trasversalmente da tutti i rappresentanti dei diversi settori in giunta. Michelangelo Agrusti, alla sua prima seduta in veste di vicepresidente, ha evidenziato l’importanza anche di una narrazione che di un’iniezione di energia al sistema produttivo. «Per quanto riguarda l’industria – ha aggiunto – gli indicatori di quest’ultimo periodo sono positivi, in ripresa anche quelli che avevano registrato più difficoltà, come l’automotive. Non dimentichiamo che questo Paese era fermo prima del Covid, il quale se da un lato ha gravato sulle nostre imprese, dall’altro ha dato una sorta di spinta propulsiva. Dallo stare a casa, dalla casa, è ripartito tutto. Si sono messe in moto nuove cose, a partire dall’immobiliare, dall’arredo al wellness». Sulla stessa linea Anna Mareschi Danieli, che ha parlato di segnali di decisivo miglioramento, «ovviamente ricordando da dove partiamo – ha evidenziato la rappresentante degli industriali udinesi in giunta –. Ovvio, non siamo ai livelli pre-2008, ma la situazione è positiva».
Insomma, l’attesa di dati ben peggiori si è rivelata invece più contenuta per l’industria e i dati negativi (dall’atteso -40% si è arrivati a un -15%) sono di una dimensione normale e comprensibile, mettendo in conto il periodo di stop. Alberto Marchiori, per il commercio pordenonese, ha ribadito che «c’è stato recupero, ma è stato perso molto. Importante – ha evidenziato – il tema della rigenerazione urbana e il problema della desertificazione delle città, che sta continuando e va affrontato», ricordando il progetto pilota presentato al governatore Fedriga. Buone sensazioni anche dalla rappresentante della piccola e media industria Lucia Piu, specie per le imprese più patrimonializzate, e segnali di ritorno su livelli accettabili anche per l’artigianato, con le parole di Silvano Pascolo ed Eva Seminara, evidenziando la necessità di porre attenzione soprattutto alle imprese più piccole, in maggiore difficoltà. Per l’agricoltura, secondo Marco De Munari ci sono sfide importantissime, il settore è rimasto colpito dall’emergenza sanitaria e bisogna lavorare per riorganizzare il sistema in modo più efficace e in rete.
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In copertina e all’interno tre immagini della riunione camerale.
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