Questa volta Berlusconi da grande dello spettacolo che è ha fatto uscire dal cappello a cilindro altro che il solito coniglio bianco…  ha tirato fuori nientepopodimeno che  un  Ircocervo !

ma che animale è ?  …ricorda il Sarchiapone di Valter Chiari & Carlo Campanini…

cito la definizione dell’ Ircocervo publicata da  wikipedia.org

La parola ircocervo deriva dal latino hircocervus, parola composta da hircus (“capro”) e cervus (“cervo”), e designa un animale mitologico per metà caprone e per metà cervo. Viene anche denominato tragelafo e descritto come:

« avente corna di cervo, e il mento irto per la lunga barba, spalle pelose, impeto velocissimo nel primo correre, e facilità a stancarsi subito »

Col tempo l’utilizzo letterale del termine è stato abbandonato in favore di un uso metaforico per riferirsi a cose assurde ed irreali.

L’ircocervo viene citato da Aristotele nel De Interpretatione (16a16) per rafforzare la tesi, già espressa da Platone nel Sofista, che un nome di per sé non ha valore di verità o falsità. Lo stesso Aristotele, negli Analitici Secondi utilizza l’immagine per sostenere che è possibile sapere cosa si intende con l’espressione ircocervo ma non risalire all’essenza dell’ircocervo, ovvero sapere cosa realmente sia.

Fu in seguito ripreso nel II secolo d.C. dall’autore greco Luciano di Samosata, nel tentativo di dare una definizione del mimiambo di Eronda, spiegando che era il termine adatto per spiegare un ibrido dalla così alta tessitura linguistica.

L’esempio aristotelico dell’ircocervo viene magnificato da Boezio nel suo commento al De Interpretatione, dove sottolinea come la scelta di una parola provvista di significato, benché riferita a una cosa inesistente, permette di ragionare sull’inesistenza delle categorie di vero e falso quando applicate alla parola nella sua assolutezza e non al suo essere priva di senso.

Per contro Guglielmo di Ockham nell’Expositio in librum Perihermenias Aristotelis utilizza l’immagine dell’ircocervo per simboleggiare la necessità di rivolgere le proprie attenzioni al concreto e non all’astratto, cercando di spiegare la realtà con semplicità e immediatezza.

Nel XX secolo l’immagine venne ripresa da Benedetto Croce in riferimento al liberalsocialismo quando, nel 1942 attaccò, accusandolo di irrealismo, il socialista Guido Calogero che nel suo Manifesto del Liberalsocialismo aveva tentato di unire due concetti che Croce considerava inconciliabili.

Dopo l’ Ircocervo, il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, …

aspettiamo curiosi di vedere chi sarà  il Gatto con gli stivali ?

…ovvero chi sarà e che farà il prossimo Presidente del Consiglio :

…”C’era una volta un vecchio mugnaio che lasciò in eredità ai figli, un mulino, un asino e al più piccolo un gatto. Quest’ultimo era triste non sapendo che farsene del gatto per il fatto di essere molto povero, ma il gatto gli disse: “Fidati di me, portami un cappello, un paio di stivali e un sacco e farò di te un uomo ricco”. Il giovane, che tanto non aveva nulla da perdere, si procurò il necessario. Il gatto, indossati stivali e cappello, andò nel bosco, catturò della selvaggina e la portò al re, dicendo che fosse un dono del suo padrone, il marchese di Carabas. Il gatto continuò a portare doni al re finché un giorno udì di una passeggiata del re con la figlia, così corse dal suo padrone e gli disse di spogliarsi e buttarsi nel lago. Quando la carrozza del re passò di lì, il gatto iniziò a gridare dicendo che il marchese di Carabas era stato derubato e aveva bisogno d’aiuto. Il re ricordandosi di tutti i doni ricevuti, fece fermare la carrozza per aiutare il marchese. Il gatto con gli stivali costrinse i contadini a rispondere al re che i terreni su cui stavano lavorando appartenevano al marchese di Carabas. Poi corse nel palazzo di un famoso orco, che si diceva fosse in grado di trasformarsi in qualsiasi animale. Traendolo in inganno il gatto lo convinse a trasformarsi prima in leone e poi in topo e a quel punto lo divorò: così si impossessò delle sue ricchezze che donò al suo padrone che sposò la figlia del re e divenne ricco.”

Oramai la politica italiana supera la fantasia delle fiabe più surreali….

 

 

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