di Giuseppe Longo

In questi giorni di mezza estate, nei paesi della valle del Cornappo, si è sempre sentito parlare del tradizionale Ferragosto Taipanese. Quest’anno, invece, si è appresa una notizia ancora più bella, perché da stamane, come ha informato il sindaco Alan Cecutti, la piazza antistante alla Chiesa di San Mattia Apostolo porterà il nome di don Mario Totis, spentosi alla fine di luglio del 2005 chiudendo prematuramente, settantatreenne, la sua laboriosissima e generosa “giornata” che aveva speso per oltre quarant’anni a favore della popolazione di Taipana e delle sue valli. Per cui ha fatto bene, anzi di più, la civica amministrazione a ricordarsi di questo sacerdote benemerito che ha dato tutto se stesso a beneficio di questo meraviglioso, ma difficile, angolo della montagna friulana.

Il sindaco Cecutti in piazza Don Mario Totis.


Chi non conosceva don Mario? Tutti, non solo nel Taipanese dove la Curia arcivescovile lo aveva destinato nel 1961 e dove arrivò il primo ottobre, dopo una breve esperienza a Cussignacco, popolosa frazione di Udine. Tutti sapevano chi fosse questo “angelo” della montagna, dalla sottostante Nimis a Tarcento, a Lusevera. Bravissimo come sacerdote, animato da grande spiritualità, da un modo di fare semplice e spontaneo che ti conquistava, e spirito di altruismo non comune. Un vero e proprio “assistente sociale”, al quale tutti ricorrevano per un consiglio, una pratica sanitaria o pensionistica, una informazione burocratica. Lui sapeva tutto e se qualcosa gli sfuggiva si aggiornava per fornire la risposta richiesta. Don Mario, infatti, era una persona speciale che non sapeva mai dire di no, per il quale la giornata non era mai finita. Anche negli anni della durissima malattia, della dialisi, trovava il modo per essere vicino alla sua gente, non solo con la spiritualità del ministro di Dio ma anche, appunto, “apostolo” della gente che ricorreva a lui. Quante volte l’ho incontrato a Nimis, anche quando stava veramente male, ma aveva comunque la forza d’animo di andare avanti. Salutando sempre con il suo rassicurante “pace e bene”.
Nato nel 1932 a Martignacco, paese di pianura alle porte della città, don Mario Totis aveva saputo diventare “montanaro” a tutti gli effetti, sposando appieno aspirazioni e problemi della gente che gli era stata affidata. Si formò al Seminario minore di Castellerio e poi al Maggiore di Udine con la guida di sacerdoti di primo livello, come Luigi Cicuttini di Povoletto, Aldo Moretti di Tarcento e Pietro Bertolla di Nimis. In Cattedrale fu ordinato sacerdote dall’arcivescovo Giuseppe Zaffonato nel 1957, il 29 giugno, quando questa giornata era ancora festiva per la ricorrenza dei Santi Pietro e Paolo. Quindi celebrò la prima Messa, come è consuetudine, nel paese natale prima di essere destinato, appunto, a Cussignacco. Paese nel quale rimase per poco tempo, perché ben presto arrivò la nomina a parroco di Taipana dove, come detto, arrivò sessantadue anni fa: momenti impegnativi per la rinascita anche di queste montagne dalla seconda guerra mondiale che quindici anni dopo si sarebbero intensificati per il duro colpo inferto dal terremoto. La sua presenza fu determinante per incoraggiare gli animi e aiutare la gente a risollevarsi dal dramma e a credere in una possibilità di rilancio e di crescita economica, tra i non facili problemi che deve affrontare chi vive in quota. Un impegno che gli valse, meritatamente, anche alcuni importanti riconoscimenti.
Quindi all’inizio degli anni Novanta l’arrivo della terribile malattia, un vero e proprio calvario – “alleggerito” anche da un inatteso incontro con il Papa, oggi San Giovanni Paolo II -, ma sempre sostenuto dalla voglia ardente di “fare”, di non fermarsi mai a favore del prossimo che aveva bisogno di lui. Poi nel 2005, dopo tredici anni di grande sofferenza, il suo cuore generoso e instancabile ha finito di battere. Ma il ricordo di don Mario Totis vive ancora indelebile e continuerà negli anni, proprio grazie anche alla targa che da oggi porta il suo nome sulla piazza di Taipana, davanti a quella Chiesa che l’ha visto celebrare l’Eucarestia per 44 anni. La Valle del Cornappo gli sarà sempre grata!

La Chiesa parrocchiale di Taipana.

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In copertina, il volto sempre sorridente di don Mario Totis anche quando la durissima malattia lo affliggeva.

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