(g.l.) Non si è ancora spenta l’eco delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario del disastro del Vajont – in cui il 9 ottobre 1963 persero la vita quasi duemila persone innocenti – che sono state gratificate dalla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Nell’occasione, la Commissione nazionale italiana Unesco ha diffuso un comunicato in cui si ricorda che «nel 2008, Anno Internazionale del Pianeta Terra, l’Unesco aveva riconosciuto la catastrofe del Vajont come il più emblematico tragico risultato, in epoca recente, di una catena di valutazioni umane e scientifiche errate». Si rende quindi noto che «nello scorso mese di maggio l’Unesco ha inserito l’Archivio Processuale del Disastro della Diga del Vajont nel Registro Internazionale Memoria del Mondo, istituito nel 1992 al fine di preservare il patrimonio documentario che ha un valore fondamentale per la ricostruzione e la difesa della memoria collettiva».
«Un impegno, questo – conclude la nota -, che dobbiamo alle numerose vittime, ai superstiti e a tutte le famiglie coinvolte nel disastro, per evitare il ripetersi di simili eventi e per il dovere morale di perseguire la giustizia. Di fronte a una tragedia di tale portata occorre assumere la responsabilità collettiva, scientifica, politica, industriale, economica e finanziaria affinché lo sviluppo del Paese sia sempre assicurato nel rispetto dell’ambiente, del funzionamento della natura e degli standard di sicurezza , in modo da preservare il bene supremo della vita umana».

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In copertina, immagine del dossier di candidatura dell’Archivio Processuale del Disastro della Diga del Vajont all’International Register del Memory of the World.

 

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