di Giuseppe Longo

“Tutti a casa” titolava un famoso film con Alberto Sordi, di oltre sessant’anni fa, sul dopo 8 settembre 1943. Da ieri, il Consiglio comunale di Nimis, infatti, non esiste più, per cui mancando il numero legale salta anche la prevista seduta di questa sera che aveva all’ordine del giorno le annunciate dimissioni del sindaco Giorgio Bertolla. Un colpo di scena – peraltro nell’aria, anche se non proprio in questi termini così ultimativi – ha portato alle dimissioni di ben nove consiglieri su dodici, facendo così cadere l’esecutivo: i cinque “dissidenti” della maggioranza e i quattro della minoranza. Vale a dire Mariacristina Del Fabbro e Stefano Doraconti che avevano già restituito le deleghe nelle scorse settimane uscendo dalla Giunta, Ivana Di Betta, Davide Michelizza e Raul Guillermo Migueletto; l’ex sindaco Gloria Bressani, il capogruppo Fabrizio Mattiuzza, Beatrice Follador e Serena Vizzutti. A questo punto risulta spianata la strada del commissariamento in attesa delle nuove elezioni amministrative.

Il sindaco Giorgio Bertolla.

In pratica, se il sindaco Bertolla, come riferito a suo tempo, aveva giocato d’anticipo, vista la dissoluzione della sua maggioranza, annunciando la volontà di rinunciare a portare a termine il mandato amministrativo, prima di correre il rischio di essere sfiduciato, i nove consiglieri in questione hanno agito con altrettanta abilità e tempismo prendendo la drastica, anche se sofferta, decisione di dimettersi in blocco, così da interrompere definitivamente il corso politico che era cominciato neanche due anni fa, con le elezioni del 12 giugno 2022. Al quinto punto dell’ordine del giorno, infatti, figuravano le dimissioni del sindaco e soltanto all’oggetto successivo seguiva la trattazione della mozione di sfiducia al primo cittadino inoltrata al Protocollo municipale a metà marzo con la richiesta della convocazione della stessa assemblea civica. Ma prima ancora, al punto 4 dell’Odg, c’era la presa d’atto dell’avvenuta costituzione del gruppo “Nimis s’è Desta” – appunto con i cinque consiglieri di maggioranza in contrasto con Bertolla – e della designazione del rispettivo capogruppo.
Ed è proprio la predisposizione di questa “scaletta” consiliare che è risultata indigesta a coloro che avevano richiesto, a termini di legge, la convocazione dell’assemblea municipale per trattare la mozione di sfiducia contro il primo cittadino. Nella lettera recapitata ieri in Municipio, si sottolinea infatti che la discussione sarebbe stata «solamente pretestuosa e strumentale nonché, così come formulata, finalizzata a rendere inutile e/o a svilire il dibattito sulla presentata mozione di sfiducia, relegata all’ultimo punto dell’ordine del giorno», facendo altresì critico riferimento alla tempistica scelta da Giorgio Bertolla «per la presentazione delle proprie dimissioni da sindaco, visto l’ampio lasso di tempo oramai intercorso dall’inizio della crisi politico-amministrativa in seno all’Amministrazione comunale di Nimis». A tal fine, si fa rilevare che «per costante orientamento espresso dal Ministero dell’Interno, le dimissioni, al fine del computo dei termini, vanno presentate al Protocollo non essendo necessaria né sufficiente la loro presentazione nel corso di una seduta consiliare». Inoltre, si evidenza che «i punti all’ordine del giorno, così come indicati, sono difformi dall’ordine di trattazione degli argomenti previsto dal regolamento e ciò in spregio alle norme dell’ente e allo stesso Consiglio comunale», per cui «stante il perdurare della situazione di stallo amministrativo, i sottoscritti – si legge infine – rassegnano, contestualmente e personalmente, le dimissioni irrevocabili dalla carica di consigliere comunale». Seguono le nove firme, tutte in rigoroso ordine alfabetico presentate al Protocollo dinanzi al funzionario incaricato Claudio Ceschia.
Come si ricorderà, nelle elezioni amministrative del 2022 si era affermata, per poche decine di voti, su Rinnova Nimis (attualmente all’opposizione), la compagine espressa da Nimis al Centro e Uniti per Nimis che proponeva, appunto, come candidato sindaco Giorgio Bertolla, il quale dopo neanche due anni esce dunque di scena per la caduta del consiglio comunale, al cui interno ormai, oltre al primo cittadino,  erano rimasti soltanto il vicesindaco Sergio Bonfini, l’assessore Matteo Cuffolo e il consigliere Luca Balloch. Per cui ora bisognerà soltanto attendere la nomina del commissario straordinario da parte della Regione Fvg, un’esperienza che il Comune pedemontano in pochi anni ha già sperimentato. E poi tornare a votare. Quando? È ancora presto per dirlo, ma se non sarà possibile in autunno si slitterà di sicuro alla primavera 2025. Per cui, singolare coincidenza ma molto significativa, Nimis riprenderebbe gli ormai storici ritmi dei rinnovi amministrativi precedenti alle esperienze commissariali e al breve periodo dei mandati quadriennali.

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In copertina, il Municipio di Nimis che ieri è rimasto senza consiglio comunale.

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