(g.l.) Un sabato tutto con Gianni e Matelda Borta, padre e figlia nonché artisti di fama. L’appuntamento è a Ribis, nel Rojale dove, a due passi dalla Chiesa mariana degli Oblati, da alcuni anni il pittore udinese ha ricavato il suo studio restaurando un vecchio caseggiato. E proprio sulla via del Santuario i due artisti hanno realizzato un bellissimo mosaico da inserire in una storica anconetta, al posto del Cristo oggetto di un atto vandalico, che sarà inaugurato alle 18. La cerimonia sarà presentata da Bettina Carniato e al termine seguirà una visita allo studio stesso «nell’elogio della pittura, come gesto completo, assoluto, appassionato», per citare le parole di Gianni Borta. Il laboratorio sarà aperto al pubblico anche nella giornata di domani con orario 9-12 e 17-20. Il pomeriggio in casa Borta verrà rallegrato dalle note del gruppo Jazz Society.
Suggestiva la descrizione che fa dell’opera di Gianni e Matelda il giornalista Nicola Cossar, amico degli artisti da lunga data: «Un disco d’oro a rappresentare il calice che celebra il sacrificio del Cristo per noi. Una rosa rossa racconta invece il sangue dello stesso sacrificio, ma anche il senso della resurrezione e della vita stessa, assieme al celeste del cielo che scende dall’alto come benedizione, memoria e speranza». E attingendo, ancora, alle parole di Cossar: «Le edicole votive sono piccole cappelle religiose, proteggono il luogo sul quale sono edificate. Tramandate da secoli nella cultura popolare che le considera come “casa del Signore” in un contesto tra il sacro e il profano ad assistere spiritualmente le persone che vi passano». Così, anche Ribis ritrova un suo simbolo che Gianni e Matelda Borta oggi donano alla comunità del Rojale.
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In copertina, il mosaico di Gianni e Matelda Borta realizzato a Ribis di Reana.