(g.l.) «Il 2 giugno non è una semplice ricorrenza: è la data in cui l’Italia, nel 1946, scelse di rinascere dalle ceneri della guerra e della dittatura. Con un voto popolare, le italiane e gli italiani decisero di diventare una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, sulla giustizia e sulla dignità di ogni persona. Oggi consegniamo a voi, neo-diciottenni, la Costituzione italiana. Non è un semplice libro, ma il patto solenne che tiene unito il nostro popolo». Con queste parole, il sindaco di Grado, Giuseppe Corbatto, ha esordito nel suo discorso celebrativo tenuto in occasione della Festa della Repubblica.


La cerimonia ha visto una grande partecipazione di autorità civili, militari e religiose, nonché del mondo dell’associazionismo, con la Banda Civica Città di Grado che ha allietato l’evento a cominciare dal corteo che è partito da Piazza Biagio Marin fino ai Giardini Marchesan, sfilando per i viali del centro. Ha presentato Leonardo Tognon dopo l’alzabandiera iniziale comandato dal tenente di vascello Domenico Castro, responsabile di Circomare Grado, accompagnato dall’Inno d’Italia. Dopo gli interventi del sindaco Corbatto e di monsignor Paolo Nutarelli, è stata, appunto, consegnata la Costituzione ai neo-diciottenni (erano in totale 47 i nati nel 2007, presenti alla cerimonia una ventina).

«Questo testo è il vostro scudo e la vostra bussola – ha proseguito il primo cittadino isolano rivolgendosi ai giovani -. Scudo, perché difende i vostri diritti inviolabili. Bussola, perché vi indica la rotta per costruire una società più giusta. Un impegno per voi e per l’Italia. Diventare maggiorenni non significa solo poter votare o firmare documenti. Significa entrare a pieno titolo nella comunità dei cittadini che *costruiscono* l’Italia». Per cui ha aggiunto: «Vi chiediamo: studiate la Costituzione: ogni articolo racconta chi siamo e chi vogliamo essere; partecipate: votate, siatene fieri, ma anche impegnatevi nel volontariato, nella scuola, nel dibattito pubblico; difendetela: quando vedete ingiustizie, quando la libertà viene minacciata, quando qualcuno vi dice che “tanto nulla cambia”. Il futuro è nelle vostre mani. Voi siete i primi custodi di questo patto. Scriverete il prossimo capitolo della nostra democrazia con le vostre scelte, il vostro coraggio, la vostra capacità di sognare un’Italia migliore».
Il sindaco Corbatto ha quindi concluso il suo discorso, rivolto soprattutto ai giovani cittadini dell’Isola, con le parole di Piero Calamandrei, padre costituente: «La Costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse. A voi, cittadini e cittadine d’Italia, consegniamo oggi questo “combustibile”. Usatelo per accendere il futuro. Viva la Repubblica, viva la Costituzione, viva l’Italia!».

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In copertina e all’interno alcune immagini della Festa della Repubblica a Grado protagonisti (in alto) i neo-diciottenni con il sindaco e le autorità cittadine.

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