di Giuseppe Longo

NIMIS – Aveva conosciuto la tremenda esperienza dei campi di concentramento in Germania ad appena quindici anni dove era stata deportata con la madre. Ma, a differenza di tanti altri compaesani, pure catturati in giovane età, ebbe la fortuna di ritornare e riabbracciare i suoi cari. E ieri, proprio per ricordare questa durissima esperienza nei Lager, sul feretro di Maria Grassi, spentasi a 95 anni, era stato deposto il fazzoletto tricolore con il simbolo degli ex internati. Lo stesso che lei portava con orgoglio e gratitudine per essere ritornata nella sua Nimis e che esibiva sempre alle cerimonie commemorative che la sezione presieduta dal commendator Bruno Fabretti, scomparso proprio in una giornata di luglio di un anno fa, collaborava a organizzare assieme alla civica amministrazione per ricordare l’incendio nazista del 29 settembre 1944, le vittime di quel tragico passato e, appunto, della deportazione.
In un caldissimo pomeriggio – simile a quello che, appunto, nel 2023 vide l’addio al suo presidente quasi centenario -, Nimis le ha dato l’ultimo saluto, durante il funerale celebrato nel Duomo di Santo Stefano da monsignor Rizieri De Tina. All’omelia, il sacerdote ha attinto alla pagina del Vangelo di Matteo appena letta, quella delle Beatitudini, per inquadrare la vita di Maria e per sottolineare il suo passaggio all’altra dimensione, quella dell’eternità. Al termine delle esequie, sul sagrato della comparrocchiale, è seguito l’ultimo omaggio con la benedizione della salma. Tutti si sono stretti attorno alle figlie Milena, Dolores, Isabella e Sabrina, oltre che ai generi, nipoti e pronipoti, dicendo “mandi” a una delle ultime superstiti della deportazione.

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In copertina, Maria Grassi scomparsa a 95 anni; all’interno, i funerale e il feretro con il fazzoletto tricolore degli ex internati.

 

 

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