Prime importanti adesioni, a Trieste, al progetto pilota nazionale sulle Missed Nursing care, ovvero le “cure perse” nel contesto del sistema sanitario. Come già riferito, un tavolo di lavoro si è già costituito con l’Assemblea generale 2020 dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche del capoluogo regionale. E al board si sono già associati Opi Gorizia, i Sindacati dei pensionati Spi Cgil, Uil, Cisl Trieste, il nuovo Ordine Professionale dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione Fvg e l’Associazione In Prospettiva.
«Le cure perse – ha spiegato il presidente di Opi Trieste, Flavio Paoletti – sono qualsiasi intervento infermieristico necessario al paziente eppure omesso, completamente o parzialmente, o rimandato. Sono importanti indicatori di qualità dei ricoveri ospedalieri e impattano sulla salute dei pazienti, per questo vanno urgentemente studiate in modo da attivare policy adeguate che riducano il fenomeno e i tanti contenziosi medico legali ad esso collegati».
Come già riferito, nell’occasione Barbara Mangiacavalli, presidente nazionale della Federazione nazionale Ordine delle Professioni Infermieristiche, aveva illustrato a Trieste i dati collegate alle cure perse: «A livello internazionale pediatrico per il 10% di attività infermieristiche mancate, il rischio di mortalità cresce del 16% a 30 giorni dal ricovero. La media di cure perse in Italia è di circa il 5%, che si traduce in un rischio di mortalità dell’8% in più. Sommando questo dato con quello della carenza di infermieri si ha un aumento del rischio di mortalità del 25-26%. Fnopi ha evidenziato che rispetto alla domanda dei cittadini ci sono circa 30.000 infermieri in meno che diventeranno 58.000 in meno nel 2023».
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In copertina, Flavio Paoletti con la presidente Barbara Mangiacavalli all’assemblea di Op Trieste.
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