di Giuseppe Longo
UDINE – Prima Messa dei Santi Ermacora e Fortunato, patroni di Udine e del Friuli, per il nuovo arcivescovo metropolita Riccardo Lamba, alla guida della storica Arcidiocesi – che, con quella di Gorizia, ha raccolto l’eredità del glorioso Patriarcato di Aquileia – dallo scorso 5 maggio. E ieri mattina a concelebrare il solenne rito è tornato anche il suo predecessore, monsignor Andrea Bruno Mazzocato, che si era ritirato nella regione d’origine, il Veneto, per raggiunti limiti d’età. Con loro all’altare della Cattedrale di Santa Maria Annunziata anche un altro vescovo, monsignor Diego Causero, friulano di Moimacco, una vita da diplomatico nel mondo.
Al termine della celebrazione eucaristica il presule, con i canonici del Capitolo metropolitano e l’arciprete del Duomo Luciano Nobile, è uscito sul sagrato per la tradizionale benedizione alla Città con le reliquie dei Patroni, implorando dai Santi Martiri una speciale protezione per Udine turbata, soprattutto in questi ultimi tempi, da una preoccupante spirale di violenza e criminalità. Un auspicio formulato anche dal sindaco Felice De Toni, da poco più di un anno alla guida del capoluogo friulano, che ha rivolto un saluto beneaugurante al nuovo arcivescovo proprio in occasione della festa cittadina. Al termine della benedizione, un rappresentante del gruppo folcloristico “Stelutis di Udin” ha donato a monsignor Lamba un quadro con la raffigurazione della Croce di Aquileia.
Folta la partecipazione, presenti numerose rappresentanze (tanti, per esempio, i labari dei donatori di sangue), al rito celebrato in quattro lingue – italiano, friulano, sloveno e latino – e accompagnati dai bellissimi inni della Schola cantorum della Cattedrale con all’organo il maestro Beppino Delle Vedove, direttore del Conservatorio Tomadini. Suggestiva la lunga sequenza, nella melodia aquileiese, dedicata proprio ai Santi Ermacora e Fortunato che, oltre a essere protettori dell’antica città romana e della vicina Isola di Grado, sono patroni anche della nostra intera regione.
«Celebrare i martiri Ermacora e Fortunato, Patroni della nostra Chiesa, le cui radici sono in Aquileia, significa ricordare – ha osservato l’arcivescovo Lamba durante l’omelia, per la quale ha attinto dalla pagina del Vangelo di Giovanni appena proclamata -, anche a noi e a quanti desiderano essere discepoli di Gesù Cristo, che quando ci poniamo alla Sua sequela, prima o poi, in un modo più o meno esplicito, si pone la questione della fedeltà a Gesù Cristo senza compromessi, ma anche senza “lagne”, proprio come loro, i Santi Patroni, l’hanno vissuto. Solo così anche noi oggi potremo raccogliere il testimone della fede, passato attraverso il crogiuolo del martirio di sangue, che ha generato alla vita nuovi cristiani, perché la “vita” che loro hanno trasmesso è la stessa che avevano ricevuto da Gesù Cristo nel mistero Pasquale, la stessa vita che anche noi possiamo già sperimentare sin dal giorno del nostro Battesimo. Quel testimone potremo così trasmetterlo con gioia e speranza alle generazioni dopo di noi».
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In copertina, l’arcivescovo Riccardo Lamba benedice la Città di Udine con le reliquie dei Santi Ermacora e Fortunato; all’interno, la solenne celebrazione all’interno della Cattedrale per la quale è ritornato anche monsignor Andrea Bruno Mazzocato; quindi, il rito sul sagrato dove ha preso la parola anche il sindaco Felice De Toni.
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