È in programma domani, a Fusine Confine, la seconda tappa italiana di “Progetto e”, iniziativa che fa parte del programma ufficiale di GO!2025 “Moja meja je tvoja meja/ Il tuo confine è il mio confine”. Incentrato sulla necessità di promuovere la costruzione di una Europa più unita, l’articolata iniziativa, ha come capofila l’associazione vicino/lontano e si realizza con il supporto di Nova Gorica-Gorizia Capitale europea della cultura 2025 e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.

La giornata domenicale prevede quattro distinti momenti. Alle 15 (con partenza da Casa Jalen in via Ponze 14), passeggiata guidata nell’area dello spartiacque, a cura di Ksenija Jelen. Udinese originaria della Valcanale, ha lavorato come insegnante di materie letterarie e storia in vari istituti udinesi e come lettrice universitaria all’estero. La gita dura 2h 30’ circa. Il percorso, pianeggiante e alla portata di tutti, segue il tracciato della vecchia ferrovia per raggiungere la riserva naturale Zelenci e la sorgente della Sava. A seguire, sotto il fienile di Casa Jalen, alle 18.30, incontro “Il corpo che cammina”, con il medievista e scrittore Angelo Floramo, l’antropologa Špela Ledinek Lozej, ricercatrice al Centro di ricerca dell’Accademia slovena delle Scienze e delle Arti, ed Emil Krištof, produttore culturale e musicista, già direttore artistico del centro culturale Unikum dell’Università di Klagenfurt. Modererà e tradurrà l’incontro Anton Špacapan Vončina, illustratore, scultore, performer e scenografo. Esplorare l’Europa camminando e camminando aprire il corpo al mondo, ai paesaggi che lo circondano. Dove finisce uno e inizia l’altro? Dove finisce l’Europa e inizia l’altrove? Queste le domande al centro dell’incontro e di tutte le esplorazioni previste da ogni tappa del progetto, 27 in tutto, come 27 sono i Paesi dell’Unione Europea. Dopo la merenda contadina offerta dalla famiglia Jalen, sempre sotto il fienile di Casa Jalen, la giornata si concluderà con la messa in scena, in italiano, dello spettacolo “Sui sentieri dell’Europa” di e con Mattia Cason – direttore artistico del progetto – e con Alessandro Conte e Muhammad‘Abd al-Mun’im.
La pièce, nucleo centrale del progetto, prende spunto dall’incontro degli attori Mattia Cason e Alessandro Conte – entrambi diplomati alla Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe – con Muhammad‘Abd al-Mun’im, editore, scrittore e poeta di Aleppo costretto ad abbandonare la Siria per le sue opinioni avverse al regime di Bashar al-Assad e ora rifugiato in Slovenia. Attraverso i linguaggi del teatro, della danza e del cinema, lo spettacolo sovrappone piani temporali diversi – l’eterno presente del mito, la storia antica, le vicende del secolo scorso e quelle contemporanee dei protagonisti – per ricordare agli spettatori la centralità delle migrazioni nella costruzione della storia europea, invitandoli ad aprirsi alla curiosità e alla meraviglia: il primo, necessario passo per considerare le migrazioni di oggi quale chiave per costruire un’Europa più unita, superando i concetti di Nazione e di Occidente.

Mattia Cason e Alessandro Conte

Foto Alice DurigattoIl viaggio di progetto “e” viene seguito dalle antropologhe slovene Špela Ledinek Lozej e Nataša Rogelja del Centro Sazu, dall’antropologa tedesca Janine Schemmer e da un video-operatore al fine di realizzare un diario etnografico e un documentario. In ogni tappa gli spettatori vengono invitati a condividere direttamente le proprie riflessioni in dialogo con le antropologhe, o a esprimere anche in un secondo momento il proprio punto di vista via e-mail o attraverso i canali social del progetto, quasi a formare una ideale “costituente” di una Europa diversa. Ecco, pertanto, i protagonisti:

MATTIA CASON Danz-attore, coreografo e regista, ha vinto il Premio Scenario 2021 per Etiopjke/Le Etiopiche. Antropologo appassionato di Unione Europea, ne esplora l’immaginario, cercando di restituirlo attraverso il linguaggio prelogico del corpo.

ALESSANDRO CONTE Attore, drammaturgo e “artigiano socio-culturale”. Attualmente si dedica allo studio degli habitat e del dialogo tra umani e non-umani.

MUHAMMAD ‘ABD AL-MUN‘IM. Editore, scrittore e poeta siriano. Nel gennaio 2016 è stato costretto a lasciare il suo paese a causa della guerra civile. Ha trovato rifugio a Lubiana, dove tuttora risiede.

Progetto “e” dopo le tappe già realizzate di Sankt Peter in Holz, Pontebba, Konjska Dolina; Magdalensberg; Koprein-Petzen, passerà poi per Trenta; Bovec; Purgessimo; Rut; Montemaggiore; Caporetto; Monte Sabotino; Ad Pirum; Prvačina e Gradišče nad Prvačino; Visco; Gorizia e Nova Gorica; Marano Lagunare; Škocjan; Prosecco e Contovello; Bocche del Timavo e Monfalcone; Aquileia; Botazzo; Kaštel; Labin; Osòr per approdare il 30 agosto a Trieste. A seconda del luogo lo spettacolo verrà rappresentato in tedesco, italiano, friulano, sloveno e croato.

Sono partner del progetto il Centro di ricerca dell’Accademia slovena delle Scienze e delle Arti ZRC SAZU, il Centro culturale dell’Università di Klagenfurt UNIKUM, il Centro studi Nediža di San Pietro al Natisone, la Fondazione slovena Pot miru/Walk Of Peace e l’associazione culturale Bottega Errante di Udine. Vi collaborano il Centro sloveno per la Ricerca scientifica e l’Innovazione ARIS, il Centro di produzione En Knap di Lubiana, Tib Teatro di Belluno e l’Agenzia regionale per la lingua friulana ARLeF.
Tutti gli appuntamenti di progetto “e” sono a partecipazione libera e gratuita.

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In copertina, il professor Angelo Floramo che interverrà allo spettacolo di Fusine.

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