L’istituto della composizione negoziata per la crisi d’impresa ha raggiunto la maturità operativa nel quarto anno di vita, segnando una sensibile crescita a livello nazionale, con un incremento delle richieste e un raddoppio dei casi di successo. Nel Friuli-Venezia Giulia, il percorso che mira al risanamento delle realtà aziendali in difficoltà ha coinvolto 57 imprese (l’1,6% del totale delle istanze depositate in Italia). I dati emersi dall’ottava edizione dell’Osservatorio semestrale Unioncamere e il confronto con quelli del territorio Friulano sono stati al centro della conferenza stampa di ieri mattina in Sala Gianni Bravo della Cciaa Pordenone-Udine. Nelle aree di Pordenone e Udine si contano 46 delle 57 istanze regionali, dall’avvio della procedura. A livello nazionale il totale delle istanze è salito a 3.483 (una crescita incrementale del 75% nei primi tre trimestri del 2025 rispetto all’anno precedente). Anche in Fvg la curva di crescita è evidente, anche se in termini assoluti i numeri sono ovviamente più contenuti: sia nel 2024 sia nel 2025 le istanze sono raddoppiate in ciascuna annualità.
I dati locali e nazionali. Parallelamente alla crescita delle domande, a livello nazionale è raddoppiato il numero dei casi di successo, passando da 205 (novembre 2024) a 410 (novembre 2025). Il tasso di successo medio dell’istituto a livello Italia si è attestato al 22% a partire dal 1° gennaio 2025, raggiungendo il 25% nel terzo trimestre del 2025. Nelle aree di Pordenone e Udine, a fronte di 22 istanze concluse a oggi, 7 sono hanno avuto esito positivo e 15 negativo. Anche se i numeri sono evidentemente ancora esigui per consolidare un trend, le istanze chiuse positivamente rappresentano circa un terzo (quasi il 33%) del totale delle procedure concluse, un valore superiore al 20% registrato a livello nazionale. Per quanto riguarda gli esiti positivi, a livello nazionale la soluzione principale è l’accordo sottoscritto dall’imprenditore, dai creditori e dall’esperto, concluso nel 44% dei casi. Nelle 7 istanze chiuse positivamente nelle province di Pordenone e Udine, 4 casi è stata chiusa con contratto con i creditori con continuità aziendale per almeno due anni. Sul fronte degli esiti negativi (1.633 istanze a livello Italia), in oltre la metà dei casi (53%) l’archiviazione è avvenuta per esito negativo delle trattative svolte, mentre nel 33% per assenza di prospettive di risanamento. Nelle 15 istanze chiuse con esito negativo a Pordenone e Udine, il 60,0% è dovuto all’esito negativo delle trattative, il 26,7% alla rinuncia da parte dell’imprenditore, e il 13,3% alla mancanza di concrete prospettive di risanamento.

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I carburanti agevolati
La Camera di Commercio Pordenone-Udine è intervenuta con fermezza per replicare a quanto emerso durante la II Commissione del Consiglio regionale, dove è stato attribuito all’Ente camerale un presunto rifiuto a proseguire la convenzione sulla gestione della tessera per la benzina agevolata. Una ricostruzione che la Cciaa definisce «istituzionalmente offensiva e distante dai fatti». «In nessun passaggio degli incontri avuti – chiarisce il presidente Giovanni Da Pozzo – la Camera di Commercio ha espresso indisponibilità a proseguire la convenzione. Nell’ultima riunione a Trieste, alla quale ho partecipato con il collega della Camera di Commercio Venezia Giulia, Antonio Paoletti, ci era stato prospettato per la prima volta il tema di una disdetta unilaterale da parte della Regione. In quella sede si era convenuto di valutare anche la situazione dei lavoratori delle due società consortili impegnati nel servizio. Dopo quell’incontro – che non si è concluso con alcuna decisione ufficiale e che peraltro risale allo scorso aprile –, non è seguito alcun ulteriore confronto, fino alla decisione unilaterale della Regione di sospendere la convenzione». La Cciaa rileva anche il metodo con cui la questione è emersa. «È francamente spiacevole apprendere dichiarazioni che ci riguardano da una Commissione alla quale non siamo stati convocati, nonostante siamo l’ente che per tutti questi anni ha portato avanti, credo con capacità e correttezza, una competenza regionale – prosegue Da Pozzo –, e quando l’ultimo confronto a cui siamo stati presenti aveva avuto, come detto, un esito interlocutorio». Il presidente respinge inoltre qualsiasi narrazione che lasci intendere divisioni tra le due Camere di Commercio regionali. «Non accettiamo insinuazioni che cerchino di contrapporre Pordenone-Udine e Venezia Giulia: la posizione è sempre stata condivisa». La Camera di Commercio Pn-Ud ribadisce infine la propria disponibilità a un percorso istituzionale trasparente e collaborativo, «ritenendo essenziale – conclude Da Pozzo – che scelte così rilevanti, per il servizio ai cittadini e per i lavoratori coinvolti, siano affrontate con correttezza, confronto e lealtà istituzionale reciproca».
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Profili, misure e durata del percorso. Analizzando la platea delle imprese, la composizione negoziata si è rivelata poco attrattiva per le piccole imprese (solo il 4% delle istanze a livello nazionale arriva da piccole imprese). Tra i casi a esito positivo, a livello nazionale, ci sono soprattutto società di capitale (86,1%), con un valore medio della produzione di circa 16 milioni di euro e un numero medio di 70 addetti. Anche nelle 46 istanze di competenza della Cciaa Pordenone-Udine, la forma giuridica prevalente è la srl (52%), seguita da società di persone (sas al 20%, snc al 4%) e società per azioni (al 15%). I settori più rappresentati a livello locale sono l’industria – settore manifatturiero e l’edilizia – costruzioni. Circa l’80% delle imprese locali che ha fatto istanza di composizione ha richiesto l’applicazione di misure protettive del patrimonio, un dato in linea con l’81% nazionale. Il ricorso al regime di sospensione è stato richiesto dal 43% dei casi nelle aree Pordenone-Udine, inferiore al 53% nazionale. Il 22% dei casi locali ha manifestato l’esigenza di ricorrere a nuove risorse finanziarie (19% a livello nazionale). Solo il 28%, sempre a livello Pn-Ud, ha redatto il test pratico di autovalutazione preventivo, contro il 35% nazionale. Sul fronte della durata, la composizione negoziata conferma di essere uno strumento rapido rispetto alle procedure giudiziali. La durata media si attesta a 228 giorni in Italia, a Pordenone e Udine è analoga e leggermente inferiore, cioè 214 giorni. Per le procedure chiuse positivamente, la durata media è di 285 giorni a Pordenone-Udine, inferiore ai 320 giorni medi nazionali.
Gli esperti. Il ruolo cruciale dell’esperto negoziatore è sostenuto da un elenco in crescita: sono 4.675 i professionisti a livello nazionale, mentre nella regione Fvg gli esperti iscritti sono 81. I dottori Commercialisti e gli esperti contabili si confermano la categoria più rappresentata a livello Italia (78,5%) e in Fvg (88%).
Gli interventi e il Massimario Cciaa Pn-Ud fra i primi in Italia. «La Composizione negoziata è uno strumento che abbiamo salutato con favore e che oggi, grazie alle riforme sui rapporti bancari e sulla transazione fiscale, è diventato molto più appetibile per le imprese. Al centro di questo percorso c’è la figura dell’esperto: un professionista che deve unire a un’elevata preparazione tecnica doti fondamentali di mediazione e negoziazione per gestire il momento di crisi», ha sottolineato Micaela Sette, presidente dell’Ordine dei commercialisti di Udine e rappresentante dei professionisti in consiglio camerale. Per Martina Urbani (Cciaa Pordenone-Udine), che ha illustrato i dati, «sebbene i numeri locali siano ancora esigui, la curva di crescita nel nostro territorio è perfettamente sovrapponibile a quella nazionale, con un raddoppio delle istanze nel 2025. Questo ci conferma che lo strumento, complice anche l’impulso dato dal cosiddetto “correttivo Ter” della normativa, sta venendo assimilato sia dal mondo imprenditoriale che dai professionisti». L’efficacia pratica dello strumento è stata testimoniata da Alberto Poggioli, commercialista ed esperto negoziatore: «La presenza di un esperto indipendente rassicura il sistema bancario e permette di ottenere la fiducia necessaria per proseguire l’attività. In un caso recente siamo riusciti a trasformare una crisi profonda in un’opportunità di continuità indiretta, salvando un’azienda storica del territorio e oltre 40 posti di lavoro che altrimenti sarebbero andati perduti». Sull’importanza della tempestività è intervenuto Alberto Cimolai, anche lui commercialista esperto in crisi d’impresa: «I dati ci dicono che spesso le imprese arrivano alla procedura troppo tardi, quando i rapporti con i creditori sono già deteriorati. La sfida è la prevenzione: utilizzare il test pratico come primo segnale e sedersi al tavolo delle trattative quando si è ancora credibili permette di governare il risanamento con successo». Infine, Daniela Pegoraro ha presentato l’ultimo strumento varato dall’Ente camerale: «Il nostro Massimario è una vera “cassetta degli attrezzi” operativa per professionisti e imprese. Abbiamo selezionato e sintetizzato gli orientamenti giurisprudenziali più concreti – ha concluso –, dai compensi alle misure protettive, per offrire una guida pratica e immediata in un panorama normativo ancora nuovo e in evoluzione».
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In copertina e all’interno i relatori intervenuti ieri mattina in Cciaa a Udine.

