di Mariarosa Rigotti
Ci sarà anche tanta buona musica per celebrare, domenica 2 febbraio, a Udine gli 85 anni di fondazione dell’Istituto Bearzi e la festa di San Giovanni Bosco: ne saranno protagonisti il coro della Parrocchia del Bearzi stesso e una compagine di musicisti, sia giovani allievi delle scuole salesiane, sia adulti diplomati anche ex allievi, provenienti dal Triveneto, che animeranno la Messa delle 11. Ad anticipare quanto accadrà, nell’occasione, è il salesiano Aldo Castenetto, ideatore dell’iniziativa, lui stesso musicista, che anche l’anno scorso diresse la formazione; da ricordare che don Aldo è originario di Cassacco ed è tornato in Friuli a prestare la sua opera nell’istituto udinese dopo anni di servizio a Mestre. E questa è, appunto, una iniziativa che si inserisce nel ricco programma di festa e di preghiera.
San Giovanni Bosco
– Allora, don Aldo, come prima cosa: come è nato questo progetto?
«Nel nostro stile salesiano la musica è sempre stata importante, come strumento educativo e di aggregazione. Nella nostra storia di congregazione abbiamo avuto grandi musicisti. In tutte le nostre case e scuole si valorizza la dimensione musicale. Spesso risulta più immediato seguire il filone della musica pop e rock, che è più vicina alla sensibilità giovanile: da anni mi interrogavo su come poter coinvolgere in un’esperienza musicale e salesiana i giovani musicisti che arrivano, invece, dal mondo delle bande filarmoniche e delle orchestre».
– Ma quando avete iniziato questo percorso?
«Dopo numerosi piccoli tentativi nelle realtà locali in cui operavo, negli ultimi due anni c’è stata la possibilità di collaborare, a Mogliano, al Meeting giovani del Triveneto. In quella occasione, assieme ad un altro salesiano musicista, Gilberto Driussi, è nata un’idea: perché non coinvolgere in modo più trasversale i giovani musicisti che già fanno qualcosa nelle loro scuole e oratori locali? Così, abbiamo pensato di suonare e cantare durante l’Eucarestia, provando a proporre una realizzazione esteticamente bella e nuova dei canti che già abitualmente i giovani eseguono durante le celebrazioni. Fin dalla prima esperienza hanno partecipato ragazzi di Udine, Verona, San Donà di Piave, Chioggia, Mogliano Veneto, Castelfranco e Mestre. Quello che abbiamo proposto fin da subito ai musicisti era di vivere un’esperienza di crescita personale, musicale e spirituale, oltre che “concertistica”. E fin da subito abbiamo avuto molta soddisfazione».
Don Aldo Castenetto alla sua prima Messa.
– Ha detto che l’esperienza prima di tutto le sembra significativa per i musicisti, oltre che per i fedeli. Cosa intende con questo?
«Dunque, per poter realizzare qualcosa di bello era necessario anche un certo livello di professionalità: ecco, allora, che abbiamo pensato di affiancare i giovani studenti con alcuni musicisti professionisti. La cosa bella è che alcuni di loro erano ex allievi dei salesiani: giovani che avevano cominciato a suonare in oratorio e che poi hanno continuato gli studi fino al diploma e a una carriera musicale professionale. Così, per un giovane musicista, magari alle prime esperienze di orchestra, poter suonare con persone molto competenti, e poterlo fare in un contesto di amicizia e gratuità che si sposa con la professionalità penso sia sano, soprattutto nella cultura di oggi. Accanto a questo sono convinto che la musica, e la musica di insieme in particolare, parli di Dio e avvicini a Dio: l’esperienza dell’eseguire musica sacra può aiutare dei giovani musicisti cristiani a esprimere la loro fede, condividere la loro spiritualità suonando insieme e forse anche riscoprirla, proprio attraverso la musica».
– Un’altra domanda, ci sono giovani che fanno 200 chilometri per venire a suonare al Bearzi, professionisti che partecipano all’esperienza e si mettono accanto a ragazzi: non le sembra sproporzionato rispetto al numero di persone che godranno di questo evento?
«Mi piace vedere questa esperienza come una testimonianza concreta di quell’eccesso che ogni esperienza artistica ed estetica comunica, e che è anche la firma di Dio. La bellezza è sempre esorbitante, la meraviglia è sempre eccessiva. Penso che sia educativo, per i musicisti che partecipano, riconoscere la bellezza di quello che fanno al di là dell’eventuale “sede prestigiosa”. Allo stesso tempo, penso che questo renda ancora più speciali la sorpresa e l’emozione di chi parteciperà all’Eucarestia».
– Allora, don Aldo, invita tutti alla Messa delle 11 di domenica 2 febbraio al Bearzi?
«Certamente. Sarà un’occasione per pregare in modo diverso e scoprire il volto bello della fede».
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In copertina, una panoramica sull’Istituto Bearzi di Udine che festeggerà 85 anni.
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