(g.l.) Cento anni fa nasceva a Masi, in provincia di Padova, Alfredo Battisti: era il 17 gennaio, ricorrenza di Sant’Antonio Abate, del 1925. E in Friuli il grande sacerdote è passato alla storia come “l’arcivescovo del terremoto e della ricostruzione”. Chi non ricorda, infatti, quelle parole che pronunciò dopo l’immane disastro del 6 maggio 1976: “Prima le case, poi le chiese”?
Monsignor Alfredo Battisti, che fu alla guida dell’Arcidiocesi di Udine per ben ventisette anni (1973-2000), sarà ricordato questa sera con una Messa di suffragio che sarà celebrata alle 19 nel Duomo di Santa Maria della Purificazione a Tricesimo: all’altare don Roberto Gabassi. Il presule, una volta ritiratosi dal governo della Chiesa friulana per raggiunti limiti di età, visse infatti fino ai suoi ultimi giorni proprio nel Comune morenico dove si spense il primo gennaio 2012. I funerali furono però celebrati nella Cattedrale di Udine, nella cui cripta è stata poi tumulata la salma, accanto alla quale è stata posta poi anche quella di monsignor Pietro Brollo che gli successe sulla Cattedra dei Santi Ermacora e Fortunato.
Ricordiamo infine che l’arcivescovo Alfredo Battisti, nel 2005, fu insignito del Premio Epifania, il prestigioso riconoscimento che è stato consegnato pochi giorni fa a Tarcento. «Autentico protagonista della vita friulana – si legge nelle motivazioni riportate nell’Albo d’oro – ha operato anche sul piano sociale e culturale, patrocinando i diritti dei friulani vittime del terremoto, appoggiando l’istituzione dell’Università in Friuli, il riconoscimento della lingua friulana e l’istituzione del Museo Diocesano di Arte Sacra, che per sua decisione ha sede nel trasformato palazzo patriarcale di Udine».

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In copertina, monsignor Alfredo Battisti che su arcivescovo di Udine dal 1973 al 2000.

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