di Giuseppe Longo
NIMIS – Sarà Raffaella Cargnelutti, critica e storica d’arte, la nuova ospite della Biblioteca comunale di Nimis. L’incontro si terrà oggi, alle 19.30, nella sede di via Matteotti: nell’occasione, l’autrice tolmezzina racconterà la sua passione per la lettura e la scrittura dialogando con Adriana Stroili. Anche questo appuntamento fa parte del ricco programma di “Cultura in Festa” messo a punto per gli ultimi mesi dell’anno.
L’incontro dedicato alla vecchia Nimis.
L’incontro di questa sera segue quello di domenica quando – dopo l’intervento di Angelika Pfister, appassionata curatrice della Biblioteca – Sabrina Tonutti e Paolo Comuzzi, della Cooperativa culturale Varianti, hanno fatto il punto sul progetto volto alla realizzazione di un archivio fotografico del Novecento riguardante sia il capoluogo che le frazioni: “… e quelli di Nimis – Un viaggio nella Nimis di un secolo fa attraverso l’archivio di Antonio Grassi, archivi familiari e testimonianze d’oggi”, il titolo dell’originale iniziativa. Molti dei concittadini che ritenevano di avere nei propri album o cassetti qualche vecchia, ingiallita immagine interessante allo scopo hanno risposto alla Biblioteca con entusiasmo e generosità, fornendo anche commenti del materiale attraverso interviste mirate. E numerose di queste foto storiche sono state proiettate su uno schermo e commentate da parte del pubblico di una certa età, per cui anche chi scrive ha cercato di dare un suo contributo suscitando molto interesse fra gli ascoltatori più giovani. Come riguardo alla prima foto, risalente agli anni Trenta o addirittura Venti, che mostrava una partecipatissima rogazione, ma forse, a pensarci bene, anche processione, visto che tra due ali di folla si scorge un giovane monsignor Beniamino Alessio rivestito degli abiti prelatizi, come si usava soprattutto al “Perdon dal Rosari”, la prima domenica di ottobre quando c’è la grande festa mariana istituita nel ricordo della battaglia di Lepanto. Del pievano arrivato nel 1912 da Buja è stata proposta anche una rarissima foto del suo solenne ingresso nell’antica Pieve dei Santi Gervasio e Protasio, contenuta anche nel volume “Nimis un calvario nei secoli” di Bruno Fabretti. La folla del lunghissimo corteo superava il ponte sul Cornappo. E a tale riguardo ho ricordato la fiumana di gente e sacerdoti che, nel novembre 1962, vidi accompagnare la salma dell’anziano parroco dalla Chiesa matrice al Duomo ancora in costruzione dove, dinanzi a un altare improvvisato, officiò il cardinale Ildebrando Antoniutti: pre’ Benjamin, alla cui scuola il presule si era formato, fece infatti appena in tempo a vedere il suo discepolo prediletto elevato alla dignità della porpora da Papa Giovanni XXIII, dopo anni di illuminata attività diplomatica in mezzo mondo e la sua consacrazione ad arcivescovo ad appena 39 anni!
Raffaella Cargnelutti
Molto suggestive le immagini del ricordato Cornappo con le sue famose cascate – la “Scluse” e la “Fonde Nere” – create per alimentare due rogge le cui acque servivano per azionare mulini e battiferro. Ma del torrente che attraversa Nimis prima di sfociare nel Torre, alla Motta, sono state riproposte anche le foto della devastante alluvione del settembre 1991 – all’epoca ricoprivo la carica di sindaco – che spazzò via i due ponti come fossero fuscelli. È stato prontamente ricostruito soltanto quello che porta al campo sportivo, mentre quello di Borgo Valle è ancora sostituito da un guado.
Ha suscitato interesse anche la foto di oltre mezzo secolo fa riguardante un incontro dimostrativo degli innovativi razzi antigrandine, il cui uso almeno inizialmente abbastanza di successo venne superato a fine anni Settanta dalla protezione dei vigneti con le reti cosiddette “a grembiule”. Va annotato infatti, come ho ricordato, che in quegli anni la grandine distruttiva era molto più frequente di oggi, anche se la nostra epoca è ormai nota per i suoi grandi cambiamenti climatici.
Belle anche altre immagini come quella simpatica d’anteguerra che mostra, in piazza 29 Settembre, sotto un platano ancora giovane la baracchetta della “Pirissine” che vendeva bagigi, “colaz” e carrube. O quelle del vecchio “fogolâr” dell’Antica Osteria San Gervasio (“Daur de Glesie”) raccontato da Agostino Gori. Ma anche quelle che ritraggono Antonio Grassi “Pacjeck” – il cui lascito fotografico costituisce lo “zoccolo duro” dell’intero progetto – e del fratello Giovanni, noto come “mago di Nimis”. Entrambi erano calzolai, ma il primo svolse l’attività quasi interamente a Udine, dove le sue geniali intuizioni consentirono di realizzare anche una “soletta terapeutica” che fece storia nel benessere plantare. Infine, una incursione fotografica anche nelle frazioni, soprattutto a Cergneu e a Vallemontana, ha suggellato questo incontro volto a rivedere la Nimis di un tempo. Peccato che la serata sia passata così in fretta!
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In copertina, la preziosa fotografia che mostra l’arrivo alla Pieve di monsignor Beniamino Alessio nel 1912.
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