In giugno le sigle sindacali Fimmg, Smi e Cisl hanno sottoscritto l’Accordo integrativo regionale sulla definizione dei criteri per l’attribuzione della quota variabile del compenso per l’anno in corso. Tale accordo disciplina l’attribuzione per l’anno 2024 della quota variabile ai sensi dell’Acn 2022 nelle more della costituzione di una nuova delegazione trattante che discuterà un nuovo Air alla luce dell’Accordo collettivo nazionale entrato in vigore nello scorso mese di aprile.
L’accordo sottoscritto stabilisce che verrà mantenuto il compenso annuo ai medici di Medicina generale aderenti alle attuali Aft e tale compenso sarà finalizzato a rendere operativi ed efficaci i percorsi di assistenza territoriale.
In particolare, l’obiettivo sarà quello di incrementare il numero di pazienti presi in carico a domicilio, partecipare ai percorsi di telemedicina, concorrere all’appropriatezza prescrittiva di farmaci e di prestazioni sanitarie. Altri punti qualificanti di questo accordo sono tra gli altri la partecipazione dei medici di medicina generale ai programmi vaccinali e il coinvolgimento dei medici nelle prestazioni diagnostiche di primo livello .
«Per il solo 2024 – sottolinea Fimmg Fvg – abbiamo ottenuto che le risorse non spese nell’anno 2023 andassero a integrare il fondo dell’anno in corso in modo da dare continuità agli accordi aziendali stipulati nel 2023 che, visto il ritardo con cui erano stati intrapresi, erano ben lungi dall’essere attuati. Questo è stato un importante risultato che permetterà ai colleghi di non vanificare il lavoro iniziato a fine 2023, ma di proseguirlo anche per il 2024. Con la ripresa poi delle trattative alla luce dell’Acn 2024 nel prossimo Accordo integrativo regionale cercheremo di contribuire a risolvere le criticità presenti nella medicina del territorio che stanno comportando una disaffezione da parte dei giovani medici per questo lavoro».
«Le nostre proposte – conclude la Fimmg Fvg – saranno volte a chiedere un ulteriore sforzo da parte della Regione per rendere attrattiva la medicina generale attraverso la necessaria organizzazione che comprende anche il garantire a più medici il contributo per il personale di studio sia di tipo amministrativo che di tipo infermieristico, il garantire un ulteriore incentivo per i medici che accetteranno di lavorare nelle zone già considerate disagiate o disagiatissime, l’ investire sulla diagnostica di primo livello negli studi di medicina generale e l’investire sulla telemedicina. Queste nostre proposte crediamo possano avere una ricaduta utile sulla popolazione della nostra regione e in particolare sui pazienti considerati fragili che potrebbero essere assistiti più facilmente presso il proprio domicilio».

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