Emanuele Franz dice no alla società delle immagini e dell’apparire e, per protestare contro questo stile di vita che vuole contrastare, ieri mattina, come annunciato, ha dato vita alla sua nuova singolare protesta a Udine. In piazza Libertà, il “cuore” del capoluogo friulano, il filosofo e scrittore di Moggio è giunto bendato – avendo deciso di vivere una cecità assoluta per una settimana – mettendo in atto la sua disobbedienza civile appunto contro la società delle immagini. Bendato e aiutato da amici e collaboratori, infatti, Emanuele Franz ha scelto di togliersi volontariamente la vista per alcuni giorni allo scopo di denunciare una società che «ci ha resi tutti “ciechi” gli uni agli altri, una società in cui il culto delle immagini – ha sottolineato – ha sostituito il vero contatto umano».
Fermamente determinato a spiegare pubblicamente le motivazioni della sua protesta, ha organizzato un raduno pubblico in cui, alla presenza di una cinquantina di persone, ha spiegato come, secondo lui, il mondo è sempre più cieco alle istanze della solidarietà e dell’empatia reciproca, mentre, nello stesso tempo, aumenta una tecnologia multimediale che divide anziché unire i rapporti umani. Franz ha inoltre osservato come l’iperdigitalizzazione nella scuola rischi di essere dannosa e di far perdere di vista l’essenziale e ha sottolineato la necessità di una rinuncia a un piacere momentaneo per un bene superiore, in quanto il cambiamento può avvenire solo dai piccoli gesti come la riscoperta della visione interiore. «La vera cecità – ha concluso – è l’incapacità di ascoltare la sofferenza degli altri».

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In copertina, Emanuele Franz mentre viene aiutato a scendere i gradini della Loggia del Lionello; all’interno, altre immagini della protesta del filosofo friulano a Udine.

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