Dal fondatore e Ceo di Tesla Elon Musk all’ambientalista Greta Thunberg, fino alla scrittrice Susanna Tamaro. Negli ultimi anni sono stati numerosi i personaggi celebri che hanno fatto coming out rispetto al loro essere neurodivergenti. Le loro confessioni hanno contribuito a far conoscere al grande pubblico in modo più diretto, attraverso canali non circoscrivibili alla comunità scientifica, le diverse forme di espressività legate allo spettro autistico, dimostrando come la neurodivergenza possa manifestarsi in modi molti diversi e non debba essere per forza considerata uno stigma. «Nell’ultimo decennio si è creata maggiore consapevolezza sulle condizioni dello spettro autistico e maggiore capacità di diagnosi di questa modalità di pensare, di essere e di esprimersi, definita neurodivergenza in opposizione alla neurotipicità, ovvero allo sviluppo psiconeurologico di parte della popolazione», spiega Sonia Rigo, professionista dell’Ordine degli psicologi del Friuli Venezia Giulia, specializzata nelle condizioni dello spettro autistico.

Roberto Calvani


Oggi 2 aprile, Giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo, milioni di luci blu verranno accese in tantissime città del mondo, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica su questa condizione. Il colore blu è stato inizialmente attribuito con l’intento di simboleggiare il senso di sicurezza e il bisogno di conoscenza. La sicurezza intesa come possibilità nel presente e nel futuro di vivere un’esistenza libera ma protetta, perché la preoccupazione che scandisce la vita quotidiana delle madri e dei padri dei ragazzi autistici riguarda quello che accadrà quando loro non ci saranno più. E la conoscenza, perché se le persone sono informate su questa condizione possono comprenderla meglio e rapportarsi in modo più efficace con le persone neurodivergenti.
Per quanto i dati non fotografino appieno la situazione, secondo l’Osservatorio nazionale per il monitoraggio dei disturbi dello spettro autistico, in Italia un bambino su 77 (tra i 7 e i 9 anni) presenta un disturbo dello spettro autistico, con una prevalenza maggiore nei maschi, che sono colpiti 4,4 volte in più rispetto alle femmine. Anche se, sottolinea Sonia Rigo, oggi questa percentuale è messa in discussione dalla accresciuta conoscenza del profilo femminile, che consente di diagnosticare un numero maggiore di casi.
«La maggiore precisione e puntualità nella diagnosi di questa condizione consente di intervenire in modo più efficace in termini di qualità di vita delle persone, permettendo loro di vivere più serenamente», commenta ancora Sonia Rigo, spiegando come siano in aumento in tutte le fasce d’età le richieste di valutazione a livello psicodiagnostico. «A fronte di queste richieste sta crescendo anche la domanda di presa in carico e la relativa difficoltà dei servizi a soddisfarla: serve personale che abbia un bagaglio formativo ed esperienziale specifico nel settore. Ed è fondamentale il lavoro di rete tra istituzioni, associazioni, famiglie, professionisti e caregiver: è necessario che tutti questi soggetti si confrontino, condividendo un linguaggio e una formazione comune e concertando gli interventi: la vera scommessa è questa». Quanto alle strategie e agli strumenti messi in campo dai professionisti, essi devono essere fortemente individualizzati in base al tipo di condizione del bambino, del ragazzo, e in generale della persona: «Si può operare con un approccio cognitivo comportamentale, comportamentale in senso stretto, cognitivo-emotivo, oppure lavorare con tecniche di gestione della comorbilità, come quelle legate all’ansia, che è una delle fragilità più frequenti. Lo psicologo specializzato possiede strumenti atti a intervenire in maniera puntuale sia in ambito valutativo che di trattamento abilitativo o psicoeducativo», spiega Sonia Rigo. L’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia è impegnato da tempo a sensibilizzare e formare i propri iscritti sul tema con webinar ad hoc: quest’anno ne proporrà uno il prossimo 8 aprile sui disturbi del neurosviluppo.
Qualche consiglio per genitori e insegnanti? «E’ utile, oltre a una formazione specifica, essere osservatori attenti dello sviluppo del bambino fin dalla prima infanzia, dei suoi comportamenti e modi di fare, per indirizzarlo, se è il caso, da uno specialista. Ma è altrettanto importante riuscire a comprendere le diverse modalità di espressione del pensiero e valorizzarle, in un’ottica inclusiva che porterà benefici anche alle persone neurotipiche», conclude Sonia Rigo.

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In copertina, Sonia Rigo professionista dell’Ordine degli psicologi del Friuli Venezia Giulia, specializzata nelle condizioni dello spettro autistico.

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