Il 90% dei cancri del colon retto, il noto “big killer” che ogni anno miete migliaia di vittime, dipende dai cosiddetti fattori di rischio modificabili, che se vogliamo possiamo cambiare dall’oggi al domani, come ci spiegano gli specialisti: vita sedentaria, sovrappeso, alcol, fumo, cattiva alimentazione. Tra tutti, spicca la non partecipazione allo screening di ricerca del sangue occulto nelle feci, primo step del percorso di controllo, ma soprattutto arma formidabile di prevenzione precoce. Offerto a tutti i cittadini, uomini e donne, dai 50 ai 69 anni con regolare invito recapitato dalla Regione Fvg con Asugi, è facile da eseguire, è gratuito e si effettua nell’intimità della propria casa. In media, si è rilevato che su 100 persone che si sottopongono al percorso di screening per cancro colorettale, solo in cinque casi si rileverà il sangue occulto nelle feci, con conseguente richiesta di ulteriore approfondimento attraverso la colonscopia. Ogni anno grazie all’attività di screening sono circa 3mila i carcinomi identificati (3.061 nel 2017, di cui il 16% asportati endoscopicamente) e dai 15 ai 18mila i polipi avanzati scoperti grazie alla prevenzione (17.378 nel 2017). Dopo decenni di implementazione del percorso di screening organizzato, si è arrivati ad una riduzione dell’incidenza del tumore colorettale superiore al 20% e della mortalità superiore al 30%, ma l’adesione media nazionale all’invito si mantiene intorno al 40% e, distratti dal Covid, la percentuale si suppone sia ulteriormente peggiorata.


Si rinnova adesso anche a Trieste l’appuntamento con la campagna di sensibilizzazione che la Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (Lilt) ha istituzionalizzato dal 2001 per diffondere la cultura della prevenzione come metodo di vita, fondamentale per vincere il cancro. La Lilt, presente da 100 anni sull’intero territorio nazionale con 106 Associazioni provinciali e circa 400 ambulatori, ha l’obiettivo di informare correttamente e creare consapevolezza su quanto comportamenti e stile di vita possano incidere nella lotta per sconfiggere il cancro. Un impegno costante sui tre campi della prevenzione: primaria (rimozione dei fattori di rischio, sensibilizzando una corretta alimentazione, che trova in particolare nella dieta mediterranea la sua espressione più completa per contrastare l’insorgenza di tumori), secondaria (diagnosi sempre più precoce) e terziaria (il prendersi cura di chi abbia vissuto l’esperienza cancro: circa 4 milioni di italiani).
A sostenere e coordinare l’iniziativa per la Lilt a Trieste, dove in particolare l’adesione allo screening del cancro del colon retto continua ad essere piuttosto bassa, è la dottoressa Catrin Simeth, dirigente medico di Gastroenterologia di Asugi e vicepresidente Lilt Trieste, che ha realizzato un video-informativo sulla campagna di prevenzione in collaborazione con Aigo – Associazione italiana gastroenterologi ed endoscopisti digestivi ospedalieri da diffondere sui canali social. In corso, inoltre, momenti di incontro con i cittadini davanti alle parrocchie: dopo la Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù di via del Ronco e la Chiesa di Valmaura, domani 27 marzo dalle ore 9.30 alle 12 sarà allestito un banchetto informativo davanti alla parrocchia di piazzale Rosmini a disposizione di tutti gli interessati. Attivi momenti di informazione anche all’iterno delle aziende, come nel caso della Illycaffè che giovedì 31 marzo vedrà coinvolti i suoi collabotatori in un appuntamento online con la presidente della Lilt Trieste, dottoressa Sandra Dudine, e con la dottoressa Catrin Simeth. Attive, inoltre, su appuntamento le visite gastroenterologiche di prevenzione nella sede della Lilt cittadina (piazza dell’Ospitale 2).


Per informazioni: telefono 040.398312 e www.lilt.it/dove/associazione/trieste

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In copertina, la dottoressa Catrin Simeth dirigente medico di Gastroenterologia di Asugi e vicepresidente Lilt Trieste.

 

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