L’esperienza passata e i progetti futuri nella difesa e valorizzazione della lingua friulana sono usciti dai confini regionali in occasione dei 25 anni dalla promulgazione della legge 482 del 1999 che in Italia definì le “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche-storiche” (in tutto 12 tra le quali anche il friulano). Infatti, in occasione di questo importante anniversario in Valle d’Aosta, a Gressoney-Saint Jean, si è tenuta una giornata di lavori tra esperti all’interno della “Giornata internazionale della montagna”. Tra i relatori il sindaco di Capriva del Friuli, Daniele Sergon, presidente dell’Assemblea della Comunità Linguistica Friulana, che riunisce 149 Comuni friulanofoni tra la nostra regione e il Veneto orientale.
Presenti il presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta Renzo Testolin e il sindaco del Comune di Gressoney-Saint Jean Mattia Alliod e, tra i numerosi illustri relatori, tre protagonisti dell’opera legislativa che vide la nascita della 482: Luciano Caveri ora assessore regionale valdostano, ma all’epoca sottosegretario del governo, e i tecnici governativi Domenico Morelli e Annibale Salsa che contribuirono alla stesura della legge. Per il Friuli Venezia Giulia è intervenuto nei vari panel anche Marco Torresin, assistente amministrativo dell’Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane.
«Un palcoscenico davvero significativo – ha commentato il presidente Sergon – che ci ha permesso, a un quarto di secolo dalla legge 482, di raccontare ai rappresentanti delle altre minoranze linguistiche italiane cosa abbiamo fatto e stiamo facendo per la lingua friulana nei nostri Comuni e con la Regione. Inoltre, è stata l’occasione per fare rete con queste altre minoranze, in un’ottica di azione che come Aclif abbiamo deciso di ampliare sempre di più: uscire dai confini regionali per portare a conoscenza degli altri la nostra realtà. Vogliamo che anche nel resto d’Italia e non solo in Friuli Venezia Giulia ci sia attenzione per i nostri progetti. In tal senso, ben venga fare “massa critica” anche con la minoranza slovena e tedesca della regione, con le quali vorremmo sempre più sviluppare un dialogo per presentarci assieme ai vari appuntamenti come quello valdostano. Lo stesso vale per le altre minoranze linguistiche della Penisola, con le quali vogliamo collaborare sempre di più. A Gressoney-Saint Jean il friulano è stato preso a modello da altre realtà per la strutturazione delle sue politiche di tutela, tra istituzioni e associazioni: ci ha fatto molto piacere ma non dobbiamo sentirci arrivati, c’è ancora molto da fare soprattutto per far parlare sempre più la lingua friulana ai giovani».
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Ma, anche nella nostra regione, la ricorrenza dei primi 25 anni dalla promulgazione della legge 482 ha fornito l’occasione per riflettere su quella che sarà l’azione di promozione e tutela del friulano nel prossimo quarto di secolo. É quanto avvenuto a Villa Russiz di Capriva nel convegno “Il friulano rinasce”, inserito nel programma della rassegna “Mosaici d’Europa”. Il ciclo di eventi è stato incentrato sul multiculturalismo e il plurilinguismo di una città, Gorizia, in cui il friulano è stato nei secoli una lingua franca per chi era di madrelingua italiana, slovena, tedesca ed ebraica.
La rassegna è stata organizzata dal Teatri Stabil Furlan con il supporto della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, della Fondazione Carigo e del Comune di Gorizia. Il tutto con la collaborazione organizzativa di Antonio Devetag mentre è stata promossa anche dall’Arlef, dall’Aclif e in collaborazione con i Comuni di Cormons e Capriva del Friuli, nonché di Vila Vipolže e Kulturni Dom di Gorizia, con la media partnership di Rai Fvg e Tele Friuli. Daniele Sergon, presidente della stessa Aclif, è intervenuto al convegno “Il friulano rinasce” assieme a Elena D’Orlando dell’Università degli studi di Udine e presidente della Commissione Paritetica Stato-Regione; Federico Vicario, presidente della Società Filologica Friulana; William Cisilino, direttore Arlef, e Lorenzo Zanon, presidente del Teatri Stabil Furlan. A rappresentare la Regione Fvg, con il suo intervento, il consigliere Diego Bernardis.
«I loro interventi – ha spiegato Sergon – sono stati tutti di livello e hanno lasciato alcuni concetti davvero utili per capire sia quanto si è fatto finora per la promozione e tutela della lingua friulana sia quanto si dovrà fare da qui in poi. Innanzitutto, che questa richiesta di tutela debba sempre più partire dal basso, dagli stessi parlanti che inquadrati come minoranza dalla legge 482 in realtà, qui sul territorio regionale, sono di fatto una maggioranza. In tal senso, proprio l’Aclif può avere sempre più un ruolo fondamentale in quanto espressione diretta dei Comuni che la compongono, con le proprie scuole, associazioni e vita comunitaria incentrata anche sulla lingua friulana. In aggiunta, l’identità friulana va fatta conoscere sempre più anche fuori dal Friuli: e anche qui l’Aclif, in quanto ente istituzionale riconosciuto, può agire a fianco della Regione in tale missione, dialogando con gli enti delle altre minoranze. Infine, come suggerito dalla professoressa D’Orlando, il plurilinguismo del Friuli Venezia Giulia potrebbe essere incardinato ancora più in profondità nello Statuto regionale, con un aggiornamento che lo istituzionalizzi. È il plurilinguismo regionale il vero motivo per cui, in futuro, potremmo essere una Regione a statuto speciale, e valorizzare ancora di più l’autonomia su più funzioni amministrative. Uno spunto di riflessione che trova riscontro nell’interessante programma di “Mosaici d’Europa”, per il quale rinnovo i complimenti al Teatri Stabil Furlan capace di realizzare un progetto, diffuso felicemente nell’ambito del Goriziano, che ha valorizzato appieno il rapporto tra le quattro lingue parlate nel nostro territorio regionale: friulano, italiano, sloveno e tedesco».
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In copertina, il presidente Daniele Sergon in Valle d’Aosta e qui sopra a Villa Russiz.
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