di Giuseppe Longo

Era il 2 ottobre 1994, appena quattro anni prima che la morte improvvisa, e dolorosa, privasse Grado della indimenticabile guida spirituale di monsignor Silvano Fain, che l’Isola ha ricordato il 19 settembre nel 26° anno della scomparsa esponendo nella Basilica patriarcale di Sant’Eufemia una bella immagine che ritrae l’arciprete mitrato e in paramenti solenni. E quel 2 ottobre di trent’anni fa l’illuminato sacerdote, sceso dai colli di Cormons – «Benedictus qui venit in nomine Domini!», esclamò Biagio Marin vedendolo arrivare il 28 aprile 1957, vestito come un vescovo, nel porto mandracchio -, coronava il sogno che accarezzava dal suo esordio in laguna, in quel nuovo incarico che aveva assunto a 36 anni: un giovane prete che pensava ai suoi giovani parrocchiani, ai bambini, ai ragazzi. Quello di costruire un Ricreatorio – da altre parti, si chiama anche Oratorio – che aiutasse a crescere con il buon esempio le nuove generazioni isolane: non a caso lo aveva immaginato, e progettato, a Città Giardino, il quartiere più giovane di Grado. E il sogno è stato portato a termine grazie alla passione e alla completa dedizione di don Bruno Sandrin.


Proprio quel 2 ottobre 1994, l’arcivescovo di Gorizia, padre Antonio Vitale Bommarco, benediceva la prima pietra di quello che sarebbe diventato lo “Spes” – in latino significa Speranza – con l’auspicio che potesse diventare «un eloquente punto di incontro per tutta la città di Grado, in modo particolare per tutti i giovani che, da tempo, sentivano l’esigenza di un luogo di riferimento e di aggregazione» (così si leggeva nella pergamena deposta nella prima pietra, di cui una copia è conservata in Spes). «Sono passati, quindi, trent’anni e, dopo gli ingenti lavori di ristrutturazione – afferma monsignor Paolo Nutarelli, attuale arciprete, che ebbe proprio in don Silvano il suo sicuro riferimento spirituale -, verrà vissuto un evento per celebrare questo importante traguardo che ci si augura diventi un punto di partenza per l’avvenire». Chiaramente, i lavori di ristrutturazione non sono ancora conclusi – di recente, come si ricorderà, è stato inaugurato il campo giochi -, per cui la Parrocchia si affida ancora al buon cuore dei “graisani”, finora rivelatosi veramente grande e generoso, per completare l’opera e dare nuova luce e dimensione al sogno di monsignor Fain.


È stato, pertanto, annunciato un ricco programma di festeggiamenti – di cui ha dato notizia oggi anche “Insieme”, il foglio settimanale della Chiesa gradese -, messo a punto dal Coordinamento del Ricreatorio Spes, e sostenuto dal Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, che comincerà giovedì 17 ottobre e si svilupperà con varie proposte nelle giornate successive per concludersi solennemente domenica 20, quando nella moderna Chiesa di San Crisogono – che pochi giorni fa ha visto la bella e suggestiva cerimonia della benedizione degli zainetti scolastici dei ragazzi dell’Isola – sarà celebrata una Messa presieduta da don Matteo Marega. Al termine seguirà nel dirimpettaio Ricreatorio Spes una Preghiera di Ringraziamento con l’arcivescovo Carlo Redaelli, coronata dal pranzo comunitario.
«Per me è un grande onore portare avanti questo sogno. Ed era bello ricordare l’evento di trent’anni fa – afferma don Paolo – non come un ancoraggio al passato, ma come occasione per rilanciare l’Oratorio oggi. Negli anni, grazie alla passione di sacerdoti e volontari, qui sono state vissute bellissime esperienze (penso al teatro ad esempio, alle attività aggregative, allo strumento straordinario ed educativo dello scoutismo che nel prossimo anno compirà 45 anni di presenza a Grado). Oggi siamo chiamati ad interrogarci sul ruolo educativo di questo spazio che deve essere contemporaneamente aggregativo e poi, nel tempo, formativo. Mi piace pensare a don Bosco… quando ricordava che l’Oratorio è casa, Chiesa, scuola e cortile. È cortile perché si gioca, ci si diverte, la noia non deve esistere. È casa perché si sta in famiglia e ci si deve sentire liberi di essere se stessi. È scuola perché si impara a vivere lì, non solo teoricamente ma sul campo. E poi è Chiesa perché è formata da tutti noi, che siamo Comunità che cerca di vivere secondo lo stile di Cristo».


Ma monsignor Nutarelli non poteva esimersi dal fare un riferimento anche agli oneri dei lavori richiesti per dare un nuovo volto, più moderno e funzionale, al Ricreatorio. «L’impegno finanziario di questa ristrutturazione – afferma l’arciprete – per molti è stata una pazzia… ma bisognava investire nello Spes perché abbiamo bisogno di sentirci Comunità. Lo Spes è uno strumento per aiutare i bambini a diventare adulti secondo uno stile che per noi, lo ripeto, è quello di Cristo… interiorità, accoglienza, servizio, farsi prossimo etc. Diventato adulto vivrà la sua vita con lo stile che qui avrà imparato, nella speranza che poi ogni adulto sappia mettersi a servizio dei più piccoli! Colgo l’occasione di questi festeggiamenti per ringraziare chi ha creduto in questo progetto lasciando la sua offerta e mi auguro che altre persone e anche istituzioni pubbliche e private possano dare il loro contributo… ne abbiamo bisogno, ma sono certo che la Provvidenza ci aiuterà. La cosa bella di questi mesi? Lo Spes vivo e pieno di allegria».

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In copertina, il campo per il basket al Ricreatorio Spes; all’interno, una sala-gioco, il ricordo di monsignor Silvano Fain e don Paolo Nutarelli alla benedizione degli zainetti scolastici.

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